Sorrento. Inchiesta su magistrati e armatori, spunta un altro indagato dei servizi segreti

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    Sorrento. Inchiesta su magistrati e armatori, spunta un altro indagato dei servizi segreti Un gommone per il capo. È il refrain che spunta dall’inchiesta su armatori, magistrati e esponenti delle forze dell’ordine. C’è ancora un gommone – anzi, l’acquisto di un gommone -, al centro dell’ultimo filone investigativo condotto dalla Procura di Napoli. Questa volta i pm puntano a verificare le modalità di acquisto di un gommone da parte di un alto ufficiale in forza ai servizi segreti, uno dei superiori gerarchici di Gabriele Cesarano, a sua volta ufficiale in forza all’intelligence nostrana finito sotto inchiesta da alcune settimane, scrive Leandro Del Gaudio su Il Mattino di Napoli . Corruzione è l’accusa mossa a carico di Cesarano, mentre le verifiche dei pm puntano a chiarire come è avvenuta la compravendita dell’imbarcazione e se ci sono stati favori offerti da Cesarano agli imprenditori entrati nell’affare.
    Stando a quanto emerso finora, anche alla luce di un lungo interrogatorio reso da Cesarano dinanzi ai pm napoletani e romani, la barca è stata acquistata da un imprenditore vesuviano, grazie alla mediazione dell’imprenditore Catello Buonocore. Qual è il profilo di Catello Buonocore? È il figlio di Giovanni, noto agli uffici giudiziari come Giovanni o animale, ma è anche conosciuto per aver accettato la scommessa con Mario Balotelli di gettarsi nelle acque di Mergellina su uno scooter in cambio di 2000 euro (Balotelli è estraneo all’inchiesta di cui stiamo parlando). Ma torniamo alla storia del gommone. Inchiesta condotta dai pm Giuseppe Cimmarotta e Henry John Woodcock, si punta a capire in che modo è avvenuto il pagamento del natante. La barca sarebbe costata intorno ai 40mila euro, soldi versati in più tranche, che sono passati dalle mani dell’acquirente (lo 007 su cui sono in corso verifiche) a quelle dell’imprenditore vesuviano. Chiara la domanda dei pm: Cesarano, per ben figurare agli occhi del capo, ha promesso una sorta di copertura giudiziaria nei confronti di uno o più intermediari? Una domanda che nasce dal fatto che, in un altro filone giudiziario, Cesarano viene indicato come capace di fornire notizie riservate agli armatori Salvatore Di Leva e Salvatore Lauro. Difeso dalla penalista napoletana Ilaria Criscuolo (subentrata dopo l’interrogatorio di otto giorni fa), Cesarano si dice convinto di chiarire la correttezza della propria condotta, anche alla luce di quanto emerge dalle tante attestazioni di stima firmate in questi anni da magistrati di primissimo piano. Ma a cosa punta ora un’indagine su un episodio apparentemente banale come l’acquisto di un gommone? Possibile che la Procura di Napoli voglia chiarire se sono stati utilizzati soldi in nero, soldi non tracciati. E se sono stati attinti da riserve non personali da parte dell’acquirente. Intanto, proseguono le indagini sull’armatore Salvatore Di Leva.
    LE ALTRE IMBARCAZIONI
    Nei prossimi giorni, sarà interrogato l’armatore Salvatore Lauro (difeso dal penalista Luigi Tuccillo), che si dice pronto a difendere il socio Di Leva (assistito dagli avvocati Immacolata Marra e Vitale Stefanelli), ma anche il magistrato Andrea Nocera (assistito dal penalista Alfonso Furgiuele), a sua volta accusato di aver ricevuto alcuni ticket della tratta Napoli-Capri (oltre all’uso di un gommone), in cambio di una generica disponibilità ad offrire informazioni utili al duo Lauro-Di Leva. Ed è sempre per l’uso di una barca che finisce sotto inchiesta il magistrato napoletano Vincenzo D’Onofrio. Difeso dal penalista Mario Terracciano, l’attuale procuratore aggiunto di Avellino, avrebbe imposto il rimessaggio della barca dell’amico Pasquale D’Aniello (vicesindaco di Piano di Sorrento, che non è indagato, ndr) oltre ad aver accettato un biglietto per la partita del Napoli a Torino contro la Juventus. Mercoledì scorso, al cospetto di tre pm romani, D’Onofrio ha replicato alle accuse, negando di aver fatto pressione su Di Leva per ottenere il rimessaggio della barca di D’Aniello; ma ha anche chiarito di aver ricevuto il biglietto del Napoli da un amico (e non dall’imprenditore Luigi Scavone, indagato per frode fiscale), con il quale si sarebbe comunque sdebitato con un dono dello stesso valore. Vicende che ruotano attorno ai cantieri dell’area stabiese, come quella che ora vede coinvolti Cesarano e il suo capo, un altro 007 finito nella trama dei trojan napoletani. Come ha acquistato quel gommone? E qual era la partita di giro?

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