VINCENZO GEMITO DA MASSA LUBRENSE A PARIGI

Vincenzo Gemito lo scultore artista è stato a lungo ospite del Marchese La Via, a Massa Lubrense e  Gaspare Adinolfi racconta nelle sue belle pagine il monologo del La Via relativo a Vincenzo Gemito. (Genius Loci 2003).

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Gemito apre la stagione napoletana al Petis Palais di Parigi

Il 15 ottobre 2019 con l’apertura al Petit Palais, al centro della città, a due passi dagli Champs Elysées, della mostra Vincenzo Gemito (1852-1929), il Museo e Real Bosco di Capodimonte inaugura una “stagione napoletana” a Parigi che durerà quattro mesi.

Lo scultore dell’anima napoletana (fino al 26 gennaio 2020) a cura di Christophe Leribault, direttore del Petit Palais e Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, con la curatela scientifica di Jean Loup ChampionCécilie Champy-Vinas e Carmine Romano.

Un’esposizione fortemente voluta dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, al fianco del museo di belle arti parigino nell’organizzazione anche della mostra su Luca Giordano (1634-1705), Il trionfo della pittura napoletana (14 novembre 2019- 23 febbraio 2020), che vedrà la curatela scientifica di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, accanto a quella dei due direttori Leribault e Bellenger. Per la prima volta in Francia, due mostre dal forte valore scientifico su due importanti artisti napoletani che faranno emergere aspetti poco noti: Gemito e il suo forte legame con Rodin, grazie agli studi sull’Archivio Rodin, e la profonda influenza sulla scuola francese di Luca Giordano.

La città di Napoli, dunque, sarà protagonista con la sua cultura a Parigi con le mostre, ma non solo.

 

Accanto alle due esposizioni di Gemito e Giordano, sono previsti al Petit Palais cicli di conferenze, proiezioni di film e concerti.

 

Per informazioni consultare il programma completo sul sito del Petit Palais (www.petitpalais.paris.fr), il museo di Belle Arti di Parigi dal 1902, costruito per l’Esposizione Universale del 1900, capolavoro dell’architetto Charles Girault, che vanta una collezione di pitture, sculture, arredi e oggetti d’arte dall’antichità fino al 1914.

Vincenzo Gemito è un artista, ingiustamente dimenticato dopo la sua morte.

All’età di 17 anni aveva già realizzato Il giocatore di carte, la grande scultura subito acquistata da Vittorio Emanuele II, e a 23 anni vantava una serie di busti di personaggi illustri tra cui MorelliVerdi e Michetti.

La mostra parigina, allestita tematicamente e cronologicamente, propone 120 opere, tra disegni e sculture, che ripercorrono tutta la sua carriera.

La maggior parte delle opere provengono dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, dalla Collezione di Banca Intesa che ha sostenuto anche la ricerca scientifica, dalla Certosa di San Martino, ma anche da altre istituzioni museali internazionali e da raccolte private.

L’esposizione sarà poi riproposta a Napoli nel 2020 al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Vincenzo Gemito – Piccolo pescatore su una roccia

Tra i capolavori in mostra c’è il magnifico Medaglione con la testa di Medusa in argento dorato proveniente dal Getty Museum di Los Angeles, il famoso Giocatore e l’altrettanto celebre Pescatore Napoletano.

E, ancora, il Fiociniere, la Testa di fanciulla, il Malatiello, il Pescatorellol’Acquaiolo, il Pastore degli Abruzzi, il busto della moglie Anna e quello di Giuseppe Verdi.

Ci sono poi i disegni, tra cui La Zingara e O’ Prevetariello, che rivelano il suo straordinario talento di disegnatore.

La maggior parte delle opere provengono dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, dalla Collezione di Banca Intesa, dalla Certosa di San Martino, ma anche da altre istituzioni museali internazionali e da raccolte private.

Vincenzo Gemito – Busto di Anna

E’ la prima volta che in Francia viene organizzata una mostra su Vincenzo Gemito eppure quello di Gemito può definirsi un ‘ritorno’. Fu proprio a Parigi, infatti, che l’artista, all’eta’ di 25 anni, incontrò la fama internazionale partecipando prima al Salone di Parigi e l’anno successivo, nel 1878, all’Esposizione Universale, dove presentò ‘Il pescatore napoletano’. Fu proprio a Parigi che Gemito divenne l’artista invidiato da Rodin, guardato da Degas, in breve uno dei più grandi scultori del suo tempo apprezzato in Italia e in Europa – afferma Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Gemito è stato un artista tenace e coraggioso la cui produzione non risentì della malattia, la schizofrenia, che lo afflisse per lunghi anni. Anzi si può dire che la sua arte è stata una forma di resistenza contro un destino difficile. Non dobbiamo dimenticare che Gemito era un trovatello, abbandonato sin dalla nascita, cresciuto tra le strade di Napoli con il suo amico Antonio Mancini, detto ‘Totonno‘. Un ragazzo che si guarda attorno e con estremo realismo ritrae quello che lo circonda, dai pescatori agli scugnizzi, traendo ispirazione anche dalle antichità studiate al Museo Archeologico – continua Bellenger.

 

Per la prima volta verrà proposta al pubblico la corrispondenza tra Gemito Rodin e si approfondiranno anche alcuni aspetti, mai indagati sinora, dell’artista nel suo rapporto con la follia.

 

Lungo il percorso di mostra, inoltre, sono stati inseriti diversi lavori del suo grande amico d’infanzia Antonio Mancini, alcune creazioni di un altro apprezzato scultore napoletano, Achille d’Orsi, anche lui molto vicino a Gemito e una ballerina di Degas volta a sottolineare l’influenza che Gemito esercitò sull’artista francese.

 

Degas non è stato il solo ad ispirarsi a lui: Gemito è stato un artista molto imitato, ha introdotto un realismo che inizialmente nella Parigi ‘classica’ venne definito brutto. Questa bruttezza, tuttavia, è stata all’avanguardia perché è proprio nel realismo che troviamo la verità –spiega Bellenger.

 

Il catalogo invita a riscoprire la storia di Vincenzo Gemito (1852-1929) e del suo immenso talento di scultore e disegnatore, partendo da quella di un trovatello.

 

Abbandonato appena nato alla ruota degli Esposti dell’ospedale Annunziata di Napoli, Gemito trascorre la sua infanzia in orfanotrofio per essere poi adottato da una povera famiglia di falegnami.

 

Giovanissimo frequenta le botteghe degli scultori Emanuele Caggiano e Stanislao Lista.

 

Mancini – Ragazzo Malato

 

Insofferente all’arte accademica, si lega ad artisti “ribelli” come Antonio ManciniGiovan Battista AmendolaAchille d’Orsi ed Ettore Ximenes.

 

Tra il 1877 e il 1880 soggiorna a Parigi partecipando a tre edizioni dell’Esposizione Universale.

 

Tornato definitivamente a Napoli riceve committenze importanti anche dal re Umberto I ma, a seguito di un crollo mentale, rimane rinchiuso prima in un ospedale psichiatrico poi presso la sua abitazione dal 1887 fino al 1909.

 

Ristabilitosi dalla sua malattia, ricomincia a scolpire e a disegnare dedicandosi, durante gli ultimi anni della sua vita, all’oreficeria.

 

 

Il catalogo

Gemito (1852-1919)

sotto la supervisione di Jean-Loup Champion.

Testi di Sylvain BellengerJean-Loup ChampionCécilie Champy-VinasMariaserena MormoneBarbara MusettiCarmine RomanoMaria Tamajo ContariniAngela Tecce e Isabella Valente.

22 x 28 cm, rilegato, 224 pagine, 200 illustrazioni

Musei editoriali di Parigi

prezzo: 35 euro

 

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