Salvini: filosofo incompreso o furbo Masaniello?

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Ieri a Sorrento le “fravaglie”, l’altro giorno le “sardine” a Bologna e Modena, ancor prima che l’intera popolazione ittica inondi l’etere, desidererei riflettere sul perché della vittoria in Umbria di Salvini, perché è da lì che è nata la “scossa”. A causa della conformazione fisica, l’Umbria non è molto popolata, ma ospita alcuni dei patrimoni artistico-naturali più importanti del Paese. Chiunque conosce Assisi ed i bellissimi monumenti legati all’Ordine di San Francesco (e a nomi di artisti come Giotto), ma anche città come Perugia, Foligno, Gubbio, Spoleto ed Orvieto sono degli autentici tesori tutti da scoprire. Le personalità umbre più famose sono tutte legate all’ambito artistico e religioso. Oltre ai già citati San Francesco e Giotto infatti ricordiamo anche Santa Rita da Cascia, Santa Chiara d’Assisi, San Valentino e pittori come il Pinturicchio ed il Perugino. Ora non per spocchia ma, per mia esperienza, so che la stragrande maggioranza degli “intellettuali” e qui metteteci artisti, poeti, letterati, umanisti…, non votano per Salvini. Resta ancora la società degli operai, dei lavoratori e molta parte del settore produttivo umbro si poggia ancora sull’agricoltura. Oltre a grano, cereali, olivi e vite, le coltivazioni umbre comprendono anche tabacco, barbabietola da zucchero e girasoli. Come in Toscana e Marche, anche in Umbria a trainare l’economia sono le piccole e medie imprese specializzate nel settore tessile e nella produzione artigianale. Il lavoratore, il contadino sente vicino chi ha le mani sporche di grasso o mani callose per la guida dell’aratro e del trattore (sono ovviamente metafore), ma Salvini l’ho visto una sola volta alla guida di una ruspa ma solo per foto di propaganda. Ma allora in Umbria chi? Chi ha votato Salvini? Solo Umbria-chi? Senza dubbio sono aumentate le esigenze dei singoli ma credo che il compito più arduo per il politico è il problema della distribuzione del lavoro e dei beni prodotti. Gli ultimi anni ci hanno ampiamente dimostrato che la sfrenata economia, la ricerca spasmodica della ricchezza e del potere non sono una soluzione ai nostri problemi. Salvini, la Meloni, Berlusconi si professano come i profeti che riusciranno ad impedire l’impoverimento e la disperazione del popolo italiano ma non precisano un piano dettagliato sul come organizzare la produzione, il lavoro e la distribuzione. Non entro mai nel merito delle scelte personali ma se il populismo può condurre a deleterie conseguenze nella vita economica di un paese come il nostro, effetti ancora più funesti produce quando lo si assume a criterio regolatore nei rapporti tra le nazioni. Non bisogna essere per forza uno storico, un filosofo, basta leggere un qualsiasi libro di scuola per capire a cosa hanno portato simili derive e pensieri totalitari. Trasmettendoci valori e virtù le passate generazioni ci hanno fatto un grande dono, da riscoprire oggi che il destino del mondo civile dipende dalle “energie” morali che saprà sviluppare. Proprio per questo la missione di ognuno di noi non è meno incombente di quella assolta da quanti ci hanno preceduto. Si continua a sventolare la bandiera dell’odio razziale e la caccia al migrante, ma desidero ricordare a Salvini (e agli umbri) che incastonata nel mezzo della penisola italiana, la bella Umbria è l’unica regione italiana i cui confini non sono bagnati dal mare… e per rispondere al quesito che dà titolo all’articolo, non è né l’uno né l’altro, peccato che solo gli amanti di Tex Willer potranno capirmi appieno, lui è “Mefisto” l’acerrimo nemico di Tex Willer che riusciva a far “vedere” cose immaginabili a coloro che catturava con il suo sguardo, ma Tex e il fido Kit Carson riuscirono a tenergli testa e a sconfiggerlo…
Aniello Clemente

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