06 novembre 2019

“Una tela dipinta con la violenza”: l’ha descritta così, il pediatra Attilio Mazzei, la sorellina di Giuseppe, il bimbo di 7 anni picchiato e ucciso dal patrigno il 27 gennaio scorso a Cardito (Napoli). Il medico ha trovato sulla bimba, anche lei vittima delle violenza del patrigno Toni Badre e dell’indifferenza della madre, Valentina Casa, i segni della furia dell’uomo che ora è sotto processo a Napoli per l’omicidio di Giuseppe e per il tentativo di omicidio della sorellina.Mazzei, testimone del pm Paola Izzo, ha visitato la bimba circa 72 ore dopo i tragici fatti: “…è stata presa per il collo e sollevata, – ha detto rispondendo alle domande del pm – come in un tentativo di strozzamento che, se prolungato, avrebbe potuto anche provocare la morte … è stata presa a calci…. e colpita con un oggetto compatibile per forma con un manico di scopa, da destra verso sinistra e viceversa, in una sorta di accanimento”.

Il medico, dopo le visite e i rilievi anche fotografici eseguiti in ospedale, ha sostenuto anche un colloquio con la bimba che rispondendo alle sue domande ha mimato i colpi ricevuti e riferito le urla della madre. “Mentre stava raccontando le violenze – ha detto il pediatra – si è fatta cupa e mi ha detto ‘ora stai attento, potrebbe fare del male anche a te'”. Il medico le ha poi chiesto cosa potesse renderla felice, e lei ha risposto: “adesso lo sono perchè ora si fa dieci anni di galera”.Secondo Balzano, inoltre, la morte di Giuseppe sarebbe sopraggiunta tra le 9 e le 11, in quella che, nella scorsa udienza, una testimone ha definito “la casa degli orrori”. I soccorsi, però, sono stati chiamati solo alle 14, quindi molte ore dopo. Sul cadavere del bimbo il medico, che ha eseguito anche l’autopsia, ha trovato segni di calci, schiaffi e anche morsi, e danni frutto di colpi ricevuti il giorno della morte ma anche da botte, in particolare sulle gambe, risalenti anche alle settimane precedenti.Balzano, dopo si è recato anche in ospedale per visitare la sorellina di Giuseppe: “ho trovato lo stesso tipo di lesioni – ha detto – la bimba era molto spaventata, aveva difficoltà ad aprire gli occhi ‘a procione’ (neri, ndr) però la tac non ha evidenziato danni gravi. Anche la bambina – ha aggiunto – aveva ecchimosi al collo, come se fosse stata vittima di un tentativo di strozzamento e sulle scapole segni di colpi sferrati con una mazza da scopa”.