Napoli gli intellettuali rivogliono l’assessore Nino Daniele, De Majo tenta la Segre che nicchia

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Napoli gli intellettuali rivogliono l’assessore Nino Daniele, De Majo tenta la Segre che nicchia . Queste le ultime evoluzioni della giunta de Magistris. Finisce con l’ex assessore Daniele che accoglie l’artista cinese e siede accanto alla De Majo, new-entry in giunta al posto suo con delega alla Cultura. Sbianchettato dal programma, presenta lo stesso l’installazione. Evita le polemiche dirette, ma cita i «lupi addomesticati» da San Francesco: una metafora sottile, considerata la militanza politica di Eleonora de Majo e che gli animali in ferro, opera di Liu Ruowang, sono stati installati sotto il portone del municipio nella notte del rimpasto. E nella piazza del popolo Nino Daniele torna in mattinata: è atteso da intellettuali e sostenitori che già lo acclamano prossimo sindaco di Napoli. «L’incontro vuole essere un omaggio al lavoro straordinario che ha fatto in questi anni», dice la promotrice Désirée Klain, giornalista e direttore artistico del festival Imbavagliati, suo l’hashtag iostoconninodaniele. «Purtroppo, sono fuori Napoli, appoggio in pieno l’iniziativa», avvisa lo scrittore Maurizio de Giovanni, che ragiona con gli organizzatori: «Non si capisce perché rimuovere una persona così valorosa». Al raduno aderiscono il musicista Lino Vairetti, la scrittrice Checca Villani, l’attrice Rosaria De Cicco, l’architetto Diego Nuzzo (già promotore del manifesto pro Daniele), l’attore Gianni Sallustro e tanti altri firmatari anche dell’appello per la sua candidatura. In testa al documento c’è il nome di Cesare De Seta, storico dell’architettura. Con de Giovanni, l’attore Nello Mascia, l’editore Edgar Colonnese. «Napoli ha un disperato bisogno di gente come lui», si schierano i ricercatori di Gaiola onlus, dopo il filosofo Aldo Masullo e i maestri di strada. Il Fai Antiracket, l’associazione di Ercolano dove Daniele ha già indossato la fascia tricolore: «Ha saputo riscattare la città dall’oppressione dei clan». Anche De Majo loda e ringrazia l’uscente, ma la polemica a distanza sui cambi, dunque, non si chiude con la pace formale alla conferenza e con la foto ricordo tra l’artista Milot e il gallerista Matteo Lorenzelli che ha curato la mostra. Lo sa bene il sindaco Luigi de Magistris che, a differenza degli altri, rivendica: «Abbiamo aperto la città anche ai lupi, ci piace». E, indicando i due, neo ed ex, avverte: «Il conflitto non ci spaventa». Lupus in fabula.

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