La storia di Di Leva: “A Sorrento facevo assist ad Immobile. Adesso ho cambiato vita e vivo in Australia”

Bellissima intervista della Gazzetta dello Sport ad Antonino Di Leva, uno dei sorrentini più talentuosi di tutti i tempi ma che purtroppo ha trovato l’opposizione degli “dei del calcio”.
Fino alla scorsa stagione collaborava con le giovanili rossonere ed ora ha deciso di cambiar vita in Australia.

Calciavo le punizioni a Mirante, ho vinto con Immobile, ho vissuto il primo Sarri e Mazzarri mi chiamava bimbo. Ho giocato anche in Nazionale giovanile“. Poi continua: “C’erano Florenzi, Soriano, Sansone, Bertolacci, D’Alessandro. Oggi giocano tutti, ho smesso solo io. Adesso vivo in Australia“.

Un ragazzo tanto talentuoso quanto sfortunato, che spiega la sua scelta di abbandonare il calcio: “Mi sono rotto crociato, menisco e omero. Alla quarta operazione ho detto basta“.

Tanti i ricordi che Di Leva vuole condividere con gioia, a partire dagli allievi Nazionali 2006/2007 con il Sorrento in coppia con Ciro Immobile: “Vincemmo il campionato, ma perdemmo la semifinale nazionale contro il Genoa. Immobile segnò 30 gol e lo prese la Juve, io gli feci una ventina di assist e me ne andai alla Samp grazie a Paratici. Fu lui a volermi lì”.

Successivamente non può non ricordare l’anno più vincente (campionato, coppa e supercoppa), quello tra il 2008 e 2009: “C’erano Marilungo, Fiorillo, Poli, Regini. Eravamo forti, è stato l’anno migliore“.

Nel 2011 torna a Sorrento, quando in panchina c’era l’attuale allenatore della Juventus, Maurizio Sarri. “Uno spettacolo, ci faceva allenare solo col pallone. Preparato, attento, fumava tantissimo, le solite scaramanzie, era davvero forte. Pensa, venne esonerato! Aveva costruito la squadra per vincere ma i risultati non arrivarono”.

Da lì in poi comincia la discesa di Di Leva, tra delusioni, infortuni e consigli sbagliati. Ricorda con affetto l’amicizia con Immobile e riconosce come l’attaccante della Lazio sia riuscito a realizzare il suo sogno: “Siamo partiti insieme, è un orgoglio per me. Di quella squadra è arrivato solo lui”. 

 

 

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