Derby del sole – Olimpico blindato foto

In campionato Roma e Napoli si sono sfidate 144 volte: 51 vittorie per i giallorossi, 43 successi degli azzurri, 50 pareggi

Quella di oggi sarà la sfida numero 73 tra Roma e Napoli giocata nella Capitale: 32 successi a 12 per i giallorossi con 28 pareggi
La Roma ha vinto solo una delle ultime cinque partite di campionato contro il Napoli (1N, 3P) dopo aver trovato il successo in tre delle precedenti quattro (1N).

I convocati: Callejon, Di Lorenzo, Elmas, Fabian Ruiz, Gaetano, Hysaj, Insigne, Karnezis, Koulibaly, Llorente, Lozano, Luperto, Manolas, Maksimovic, Mario Rui, Meret, Mertens, Milik, Ospina, Tonelli, Younes, Zielinski.

Probabili formazioni
Roma (4-2-3-1): Pau Lopez; Spinazzola, Smalling, Juan Jesus, Kolarov; Mancini, Veretout; Kluivert, Pastore, Zaniolo; Dzeko. All. Fonseca.

Indisponibili: Pellegrini, Diawara, Zappacosta, Cristante, Kalinic, Mikhitaryan

Squalificati: Fazio

Napoli (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Zielinski, Fabian Ruiz, Insigne; Mertens, Milik. All. Ancelotti.

Indisponibili: Malcuit, Allan

Roma-Napoli sarà diretta dall’arbitro Gianluca Rocchi di Firenze. Gli assistenti saranno Meli e Peretti. IV uomo Abbattista. VAR: Aureliano-Lo Cicero.

Statistiche Opta
La Roma ha vinto solo una delle ultime cinque partite di campionato contro il Napoli (1N, 3P) dopo aver trovato il successo in tre delle precedenti quattro (1N).

Il Napoli ha vinto le ultime tre trasferte di Serie A contro la Roma, tanti successi quanti nelle precedenti 32 in casa dei giallorossi.

La Roma è la squadra contro cui il Napoli ha pareggiato più trasferte in Serie A (28) – a completare il bilancio esterno per i partenopei 12 successi e 32 sconfitte.

La Roma non è ancora riuscita a mantenere la porta inviolata in casa sotto la gestione di Paulo Fonseca nelle cinque gare interne di questa Serie A: l’ultima volta che i giallorossi non hanno ottenuto clean sheet dopo le prime sei gare casalinghe di campionato con un nuovo allenatore è stata nel novembre 2005, con Spalletti.

Il Napoli arriva da due pareggi consecutivi in Serie A: l’ultima volta che i partenopei hanno impattato tre gare di fila in campionato risale al dicembre 2014, con Benitez in panchina.

La Roma è, al pari dell’Atalanta, una delle due squadre ad aver subito meno sconfitte in Serie A da aprile ad oggi: solo un ko in 19 gare per i giallorossi (10V, 8N).

Nicolò Zaniolo è stato l’unico giocatore della Roma a segnare più di un gol in tutte le competizioni nel mese di ottobre (tre reti) e il giallorosso ad effettuare più conclusioni (14).

L’attuale difensore del Napoli Kostas Manolas ha giocato 156 partite di Serie A con la maglia della Roma, mettendo a segno cinque reti, più di ogni altro giocatore greco nel massimo campionato con la maglia giallorossa.

L’attaccante della Roma Edin Dzeko ha segnato quattro gol in sette partite contro il Napoli in Serie A, frutto di due doppiette – tutte le reti però sono arrivate in trasferta.

Dopo aver passato sei sfide di Serie A contro la Roma senza reti, l’attaccante del Napoli Dries Mertens ha segnato cinque gol nelle ultime cinque gare contro i giallorossi: dal 2017 a oggi, ha punito di più solamente il Bologna (otto gol).

 

Guardia alta per Roma-Napoli. Importante il piano sicurezza messo in piedi dalla Questura di Roma che sta lavorando per evitare potenziali scontri tra tifosi, fuori e dentro lo stadio. Saranno 300 gli agenti della Polizia impiegati per il big match dell’Olimpico. Una partita che è stata messa sotto osservazione in largo anticipo dagli organi competenti. Del resto, sono state prese delle misure preventive per ragioni di ordini di pubblico. Uno: si gioca alle 15 in punto, con la luce del sole (meteo permettendo), comunque non in notturna. Per di più nel mezzo del ponte di Ognissanti. Due: la trasferta è stata vietata ai residenti nella provincia di Napoli anche se provvisti di fidelity card. Senza calcolare che il costo del biglietto per il settore ospiti non è economico: 50 euro più commissioni.
Dai controlli della Questura non sono emerse criticità o avvisaglie di possibili problematiche. Ma Roma-Napoli è stata attenzionata come la partita merita. Già, non è una sfida qualsiasi. Perché il gemellaggio del passato non esiste più. Lontani i tempi del derby del Sole, vissuti in un clima di festa. Il gemellaggio si è trasformato in antipatia, poi la rivalità è sfociata nella violenza: il picco più alto è stato toccato con la morte di Ciro Esposito, giovane supporter partenopeo ucciso nella Capitale dell’ultrà romanista Daniele De Santis poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Era il 2014.
Difficile dire quanti saranno i tifosi del Napoli nei vari settori dello stadio. Perché la maggior parte arriverà da altre zone d’Italia e da Roma stessa alla luce del divieto di trasferta ai residenti nel capoluogo campano. La Digos ha comunque suggerito un itinerario da seguire, più sorvegliato e controllato: l’uscita del Grande Raccordo Anulare indicata è quella della Salaria (Settebagni), strada che si collega al tratto della Tangenziale Est che poi arriva ai piedi dell’Olimpico.

La particolare vigilia in famiglia con il figlio pronto a sostituire il papà-totem sulla panchina

Di padre in figlio, affinché resti il seme di quell’Idea e d’un calcio trasmesso (e quindi assorbito) che ha il profumo dell’infanzia, di giorni e notti trascorsi assieme, chiacchierando tanto o poco, ma in genere il giusto, per riuscire a fondersi l’uno con l’altro: Carlo o Davide, e chi può dirlo adesso?, sa di continuità, e non solo genetica e generazionale, un’eredità costruita osservando, scrutando il vento, annusando l’aria, restando ai margini di quel mito divenuto tale vincendo tutto e qualcosa in più in Italia e in Inghilterra, in Francia e in Spagna e in Germania, sostanzialmente in Europa e poi nel Mondo, e da consegnare, un domani a quel suo “vice” che il 26 marzo, alla Luiss, senza esserci e senza averne neanche “colpa”, ha frantumato le resistenze e la leggerezza d’un uomo ironico e l’ha spinto alle lacrime: «Devo dire che Davide ha avuto culo, perché dopo che ha fatto Scienze Motorie ed è diventato preparatore atletico, l’ho portato al Psg, poi al Real e poi al Bayern. Ma è bravo, è molto bravo». E il campo spiegherà poi chi sia diventato Davide Ancelotti, il trentenne che potrebbe prendersi (o anche no) per un pomeriggio la panchina di quel gentiluomo bruscamente spedito mercoledì sera negli spogliatoi, con tanto di cartellino rosso sventolatogli in faccia da un arbitro ritrovatosi sull’orlo di una crisi di nervi, isolato in se stesso e incapace di muovere qualche passo per lasciarsi spiegare nitidamente dal Var cosa fosse successo qualche istante prima…

MA CHE STRANA. Roma-Napoli è un derby intimistico che nasconde un vissuto a cui Davide Ancelotti ha partecipato poi nelle favole e nei racconti d’un papà ormai già divenuto grande, anche con quegli otto anni in giallorosso che racchiudono uno scudetto, quattro coppe Italia, il dolore di infortuni a catena e quello d’una finale di Champions perduta in casa sua: e ieri, ma anche stamani, sarà un’“altra” vigilia, eguale a quelle attraversate e però diverse, spaccate in tante anime e in una mattinata che da Corso Italia in via Campania, sarà una passeggiatina di qualche minuto, deciderà per entrambi e sceglierà l’allenatore del Napoli per quell’ora e mezza che si intravede in prossimità.

STIMOLANTE. Ma all’Olimpico, poi, sarà già tutto chiarito, si avranno certezze su chi comanderà nei novanta minuti e ciò che padre e figlio – staff compreso – si saranno comunque detti nel corso della riunione tecnica con la squadra, che riempirà una mattinata già densa, che avrà tempistica e modalità differenti eppure simili che apparterranno ad Ancelotti Carlo e semmai – se il ricorso dovesse essere respinto e da regolamento lo spogliatoio gli fosse negato, diventeranno poi di Davide, che le responsabilità le ha fronteggiate anche dialetticamente tempo fa su “il Napolista” e alla malizia altrui ci ha fatto l’abitudine. «Quando ti trascini una eredità del genere, e oltretutto lavori con tuo padre, inizialmente sei visto con diffidenza, ti identificano quasi come quello che vuol fare il fenomeno, dettare legge, e che riveste quel ruolo solo perché figlio di… Io lo so bene ed è persino normale. Ma io lavoro, studio, mi impegno e il mio cognome non mi pesa, fa da stimolo». Poi, dovesse servire, ci penserà il Dna: il codice-Ancelotti.

fonte:corrieredellosport

 

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