BookSophia 2019- Festival della Classicità. Giovanni Gugg e V SAA Liceo Scientifico ‘Gaetano Salvemini’ video

Gli inviati di Positanonew Sara Ciocio e Lucio Esposito hanno supportato nel progetto di Alternanza Lavoro degli studenti del  Liceo Salvemini di Sorrento con i docenti Felice Senatore e Angela Esposito presso Booksophia Festival della classicità. Riportiamo di seguito articoli e video realizzati dagli studenti.

LE COSE BELLE 1. (Articoli scritti dai ragazzi)

La cultura per combattere la disinformazione. Sandro Ruotolo a BookSophia

Stamane alle ore 11.00 a BookSophia è stato ospite il giornalista Sandro Ruotolo, noto per la sua lunga militanza in Rai e “Italian Leaks”, le inchieste con le quali smaschera da tempo i rapporti tra apparati deviati dello Stato e la criminalità organizzata.
Sandro Ruotolo, presentato dal collega Carlo Franco, ha raccontato ai giovani ascoltatori la sua carriera giornalistica, iniziata all’età di 18 anni con il giornalismo politico, e ha svolto delle riflessioni sulla qualità dell’informazione oggi in Italia, avvertendo che essa non è quasi mai neutrale, perché spesso i giornali devono fare i conti con i conflitti di interessi degli editori: infatti, ha spiegato Ruotolo, che in Italia, a differenza dei paesi anglosassoni, l’editore di un giornale è quasi sempre anche imprenditore (edilizia, assicurazioni, ecc.) e questo condiziona anche le notizie fornite all’opinione pubblica. Per questo è importante informarsi leggendo più di un giornale, senza fossilizzarsi su uno solo.

Sandro Ruotolo ha spiegato come negli ultimi anni la politica manipola la rete (anche per colpa della poca autorevolezza dei giornalisti) facendo leva sull’ignoranza degli utenti e assecondando il desiderio della gente di risolvere i problemi, che però non vengono affrontati realmente. E non è un caso che questa disinformazione porti molti consensi, visto che siamo il Paese più “ignorante “d’Europa. Inoltre, Ruotolo ha sottolineato come proprio Hitler, Mussolini, e i dittatori in genere prendono il potere tramite l’ignoranza dei cittadini.

Riferendosi a noi ragazzi presenti in aula, il giornalista ha evidenziato l’importanza del nostro senso etico: quando saremo classe dirigente, se qualcuno proverà a corromperci, dovremo avere la forza e l’autorevolezza per dire “NO”.

Sandro Ruotolo, infine, ha voluto annunciarci che a breve uscirà su Fanpage un suo servizio intitolato “Sopravvissuti dell’Antifascismo”, grazie al quale lui, che ha come unica tessera quella dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), ha avuto l’opportunità di conoscere e intervistare i sopravvissuti dei campi di sterminio, nonché quelli della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema.

Vi lascio con una sua frase: “Se amate la libertà, amate la conoscenza. La criminalità organizzata non vuole cittadini, ma pretende solamente dei soldatini, dei sudditi”. “

Roberto Amitrano
V SAA Liceo Gaetano Salvemini- Sorrento

LE COSE BELLE 2 (Articoli degli studenti )  

La lezione del gallo di Bali e l’educazione interculturale

Si è svolta oggi, alle ore 9.00 presso la Sala delle Sirene, la conferenza tenuta dal professore Giovanni Gugg, docente di “Antropologia urbana” presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Napoli Federico II.
Con il prof. Gugg si è parlato di antropologia culturale, quel campo di studi che si occupa delle differenze e delle affinità culturali tra gruppi umani. Ripercorrendo brevemente la storia di questa scienza relativamente recente, Gugg ci ha illustrato l’efficace definizione di cultura fornita da Edward Burnett Tylor, l’autore di ‘La cultura primitiva’ (1871): “la cultura intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualunque altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”. Definizione ripresa ed ampliata da Boas, che stabiliva l’esistenza di diverse culture primitive. Ma da cosa deriva la cultura? Essa non è un prodotto esclusivamente biologico, ma è determinata dal contesto sociale in cui si vive. La cultura costituisce le radici profonde di ognuno di noi e modella inevitabilmente la nostra visione della realtà. Se è impossibile osservare il mondo senza essere influenzati da tale “filtro”, come risulta, dunque, possibile uno studio oggettivo delle differenti civiltà? Questo è il quesito che ha scosso l’antropologia portandola alla sua crisi negli anni ’60 e ’70 del Novecento. Il problema, in effetti, emerse in seguito alla pubblicazione postuma dei diari privati di Bronislaw Malinowski, il cui contenuto era in evidente contrasto con quanto teorizzato in maniera ‘oggettiva’ dallo stesso antropologo ne “Argonauti del pacifico occidentale” (1922): da questa contrapposizione venne alla luce l’impossibilità di una “osservazione partecipante”. La crisi fu risolta da Ernesto De Martino, che affermò la possibilità di un relativismo culturale, basato sulla capacità di distanziamento dell’osservatore. Una svolta decisiva, infine, si ebbe nel 1973 con l’introduzione del concetto della “thick description” da parte di Clifford Geertz. Quest’ultimo con la metafora del “gallo di Bali” – cioè un episodio avvenuto durante un combattimento illegale tra galli, in un quartiere di Bali, che vide lo stesso Geertz, semplice spettatore, ‘integrato’ istantaneamente dalla comunità locale per sfuggire alla polizia – dimostrò che una cultura differente non è un’entità irraggiungibile, ma è possibile farla propria partecipando ad essa. Ed è questa l’importante lezione del gallo di Bali.

Mario Maresca e Andrea Tito
VSAA Liceo Scientifico ‘Gaetano Salvemini’ – Sorrento

LE COSE BELLE 3. (Articoli degli studenti)

La “paideia” di Maurizio Rebaudengo.

Tra gli ospiti di BookSophia oggi abbiamo avuto il prof. Maurizio Rebaudengo, docente presso il “Convitto Nazionale Umberto I” di Torino e autore, tra le tante, di importanti pubblicazioni su Carlo Emilio Gadda.
Maurizio Rebaudengo nell’intervista svoltasi a seguito della sua relazione intitolata “Paideia: Alessandro Magno e Augusto” ha ribadito la necessità di non dimenticare l’importanza del mondo classico anche nella società contemporanea. Lo stile di vita capitalistico, a cui tutti siamo soggetti, non deve infatti “sopraffare” la cultura umanistica, la quale però non deve essere fine a se stessa e ristretta a pochi: deve, invece, essere accessibile a tutti, ma senza semplificazioni o banalizzazioni. Il prof. Rebaudengo, infatti, sostiene che è necessario parlare di tutto, anche delle cose più complesse, ma nella maniera più semplice possibile: i docenti in questo hanno un ruolo fondamentale. E i docenti devono rendersi conto che hanno davanti individui, con la loro complessità; da parte loro, gli studenti devono capire che i docenti non costituiscono esempi da seguire dogmaticamente: studenti e docenti devono confrontarsi e dialogare.
Maurizio Rebaudengo, sia durante la sua relazione che nel corso della nostra intervista, ha citato numerose fonti, tra cui il filologo Werner Jaeger, autore della celeberrima “Paideia” (1934), che vide la civiltà greca classica come la chiave per interpretare il presente. Educare non è imporre un dogma, bensì far sviluppare uno spirito critico.

Francesco Gargiulo, Luigi La Scala, Flavio Soldatini.
VSAA Liceo Scientifico “Gaetano Salvemini” – Sorrento

 

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