Mancini: “In Serie A pochi italiani ma tanti giovani”

“Io ho sempre pensato che in Italia i giocatori bravi ci fossero, magari bisogna aspettare un po’ di tempo in più ma i giocatori bravi ci sono sempre stati. A volte ci sono situazioni come la mancata qualificazione al Mondiale, ma penso che i giocatori italiani siano sempre tra i migliori quindi la mia positività era dovuta a questo, bastava dare fiducia e aspettare  i giocatori”, ha spiegato il ct in collegamento video con il Festival dello sport di Trento, “È vero che il campionato in questo momento ha la media di italiani più bassa di sempre – ha aggiunto – però è altrettanto vero che negli ultimi mesi giocano sempre più giovani e questa è una cosa positiva”.  Rispondendo ad una domanda  sulle differenze riscontrare tra allenare un club ed una nazionale, Mancini ha risposto che “ognuno fa giustamente i suoi interessi. Io ho vissuto tutte le esperienze e cerco di essere elastico anche con i ragazzi, ad esempio per farli recuperare. Penso che a volte è sia più importante lasciare riposare qualche giocatore che gioca ed è sotto pressione ogni tre giorni”.

Ma non sono soltanto le cifre a confortare i tifosi e la Figc. Il gioco della Nazionale risponde già a meccanismi consolidati. L’offensivismo spinto è il nuovo marchio dell’Italia. I giovani in squadra sono tanti e già provvisti di sufficiente esperienza internazionale. Anche quando emergono difficoltà contro le difese molto chiuse, come all’Olimpico con la Grecia di Van ‘t Schip, alla fine il grimaldello si trova sempre. L’armonia è infine il valore aggiunto: spinge i giocatori a ripetute dichiarazioni d’amore. La più importante è di qualche ora fa ed è particolarmente significativa perché arriva da un calciatore teoricamente estraneo, per nascita, alla tradizione del calcio italiano. L’oriundo Jorginho, che esordì da titolare in Nazionale proprio nella disgraziata notte del fatale play-off con la Svezia a San Siro, in poco meno di due anni ha cancellato ogni forma di nostalgia per la maglia del Brasile, mica un Paese qualsiasi nel calcio. Il regista dell’Italia di Mancini lo ha confessato a Sportmediaset: “All’inizio ho avuto dubbi tra Italia e Brasile. Ma una volta presa la decisione, non mi sono pentito nemmeno per un secondo. Nemmeno la sera di Italia-Svezia. Perché io amo questo Paese”.