Nelle acque della penisola sorrentina pescatori di frodo speronano ed aggrediscono un’imbarcazione della Guardia Costiera

In estate il mare caldo e calmo diventa il clima ideale per i bracconieri senza scrupolo, che si immergono nelle acque per raccogliere a martellate i datteri di mare, la cui pesca è vietata, determinando un grave danno all’ambiente. La costa della penisola sorrentina negli ultimi anni è stata martorizzata e continua ad esserlo purtroppo. Ma da un po’ di tempo i criminali con le bombole hanno il fiato sul collo degli uomini della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia. Privati dei proventi degli illeciti i datterari sono furiosi, pronti a superare ogni limite pur di continuare a depredare il mare, come dimostra un episodio gravissimo avvenuto questa mattina. I predoni del mare, al rientro da una battuta di pesca di frodo, si sono visti improvvisamente braccare dall’imbarcazione civetta della Guardia Costiera e, per difendersi, l’hanno speronata per due volte lanciando anche dei respiratori contro l’equipaggio militare. Il sequestro delle imbarcazioni e del materiale usato per la pesca, oltre che dei datteri raccolti, diventa sempre più assiduo. L’organizzazione che sta alla base della pesca di frodo dei molluschi proibiti si vede, così, sottratti proventi economici ed attrezzature, con un danno molto elevato. Sul punto interviene Ivan Savarese, Comandante della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia: “Stimiamo un business di circa 80.000 euro al mese e, quindi, questi soggetti sono pronti a qualsiasi cosa. Ovviamente le dinamiche che caratterizzano la pesca di frodo del dattero di mare si sono perfezionate nel tempo e proprio per questo è cambiata la risposta da parte del corpo della Capitaneria di Porto per sconfiggere il fenomeno. Attualmente, sotto il coordinamento della Direzione Marittima della Campania, si organizzano attività di intelligence in modo sinergico al fine di debellare questo fenomeno che comporta un grosso danno all’ambiente”.

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