Luciano de Crescenzo e Furore di Gaspare Apicella

Il veicolo culturale e turistico del maestro Luciano de CRESCENZO non si ferma con la sua morte, anzi per certi versi continua. Si perché chissà quanta gente si chiederà dove si trova Furore, che cosa è Furore, cosa volesse significare Furore per Luciano e perché FURORE.

Non tutti sanno che Furore, detto alla Ferraioli sindaco, è il paese che non c’è, incastonata sull’altra faccia della costa amalfitana- Che Furore è il “paese dipinto” per i suoi murales ed i colori vivaci delle sue ringhiere, delle finestre, dei balconi, dei paletti della segnaletica stradale; il paese delle sculture in ferro o in pietra disseminate lungo il percorso che va dai confini di Conca dei marini a quelli di Agerola nei pressi della stele dedicata a Fausto Coppi; il paese dei terrazzamenti di limoneti e delle viti che, queste ultime, hanno data via ad un nettare che si chiama Fior d’Uva.

E voi volete che un animo nobile , una mente libera, un cuore votato all’amore per il bello quale Luciano de Crescenzo restasse insensibile a questo fascino talmente da sceglierlo quale sua ultima “casa”
Luciano era affascinato anche dalla storia recente del notaio che viveva belle botti poggiate su promontorio terminale del fiordo.

La salma di De Crescenzo sarà tumulata proprio nel paese della Costiera Amalfitana.

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