Gragnano. Arresto per maltrattamenti in famiglia dopo 4 anni di violenze

Quattro anni di violenze subite nel silenzio delle mura domestiche, da una giovane che si era sposata appena maggiorenne con quello che da amore della sua vita si stava trasformando in mostro. Un’escalation di minacce, privazioni, insulti e botte, anche in presenza dei bambini. E poi il vizio del gioco da parte di lui, che sperperava gran parte del reddito di cittadinanza nelle slot machine. Un mix perfetto per rendere un inferno la vita di una 23enne, quasi uccisa al culmine dell’ennesima lite. Per gelosia lui non aveva esitato a mettere le mani al collo della moglie per strangolarla. E quasi ci era riuscito. A Gragnano è stato applicato il primo «codice rosso» in Italia, con il 27enne S.G., operaio disoccupato, arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia e lesioni.
LA DINAMICA
L’ennesimo litigio per gelosia è avvenuto nel pomeriggio, ancora una volta davanti ai bimbi della coppia. Nonostante la giovane provasse a difendersi e chiedesse di abbassare la voce, il 27enne ha spinto la moglie in bagno, ha chiuso la porta, le ha messo le mani al collo e ha provato a strangolarla. Le urla della donna e dei bambini hanno attirato la sorella della vittima, che ha sfondato la parte in vetro della porta del bagno, riuscendo a bloccare il tentativo del 27enne, perché alcune schegge di vetro l’hanno ferito. Insanguinato, il 27enne ha tentato la fuga, ma nel frattempo uno dei nipotini aveva allertato i carabinieri della stazione di Gragnano che, agli ordini del comandante Giovanni Russo, sono subito arrivati sul posto e sono riusciti a fermarlo. Tutti i protagonisti sono stati portati prima al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare e poi in caserma, dove i carabinieri hanno potuto ricostruire la dinamica del fatto.
LA PROGNOSI
La denuncia della 23enne, che ha raccontato di subire violenze da quattro anni, ha permesso di interrompere il vortice in cui era finita, sposandosi appena maggiorenne e scegliendo inizialmente di tacere, nonostante quegli schiaffi e quegli insulti diventassero ogni giorno sempre più pericolosi per lei e per i bambini. Dopo le medicazioni e la denuncia della moglie, S.G. è stato subito accompagnato in carcere. A Poggioreale potrà riflettere sull’inferno che aveva creato in casa, con il vizio del gioco che lo spingeva a sperperare le magre finanze familiari, dopo l’arresto del suo datore di lavoro, un imprenditore edile gragnanese. Lunedì, il 27enne sarà davanti al gip per l’interrogatorio di convalida. La 23enne, invece, ha trascorso diverse ore in ospedale, dove il personale sanitario le ha medicato le escoriazioni per le botte subite, riscontrando un forte stato di ansia e cercando di tranquillizzarla, spiegandole che l’incubo era finito.

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