Sorrento, esordisce il format Letture in Villa con Palmieri e Alfaro, primo ospite Fabio Brescia

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Domenica 16 giugno si è vissuto un pomeriggio denso di spessore e contenuti, nella splendida Villa Fiorentino, con l’inaugurazione della rassegna “Letture in Villa”, curata da Marco Palmieri, con, quale primo ospite, Fabio Brescia, intervistato da Carlo Alfaro sul suo ultimo, toccante romanzo, “La ragazza di Terezin”. Il libro è una storia nata dalla sbrigliata fantasia dell’autore, che nasce però da una sua inchiesta sul mondo della pornografia e la tratta delle bianche. A fare gli onori di casa, l’amministratore delegato della Fondazione Sorrento, Gaetano Milano. Attore di cinema e teatro, speaker radiofonico, conduttore, cantante, scrittore, Fabio Brescia è una figura unica di artista per versatilità espressiva, una personalità ricca e sfaccettata, che riassume in sé un uomo di spettacolo e di cultura ma soprattutto di grande sensibilità, che in tanti campi dell’arte ha trovato pregiato carburante espressivo. Già giovanissimo Fabio Brescia muove i primi passi a teatro, girando con alcune delle più grandi compagnie italiane, ma contemporaneamente si afferma come conduttore in radio e poi in tv, non trascurando la carriera di cantante e il cinema, dove ha conseguito importanti riconoscimenti. “La ragazza di Terezin” è il suo terzo romanzo, dopo “Da adesso in poi” e “Il sole e l’innamorato”. La trama del libro, svelata nella presentazione durante l’intervista e attraverso stralci di lettura ad opera dello stesso autore, prende le mosse da un’inchiesta sull’industria pornografica che ha permesso al giornalista Cristian Pulino di far conoscere a tutti i suoi lettori gli orridi retroscena della tratta delle schiave bianche, ragazze dell’Est che con la promessa ingannevole di un futuro sfarzoso nell’ambito della moda o del cinema vengono sottratte alle loro famiglie e costrette al silenzio. All’apice del suo successo, Cristian, accompagnato dai complimenti del direttore e dalla malcelata invidia della sua compagna, anche lei aspirante reporter, viene invitato dalla redazione di un importante programma televisivo, ma qualche giorno prima di partire riceve una lettera che lo condurrà a una scelta difficile che può trasformarlo profondamente. A firmarla è proprio una di quelle ragazze obbligate a prostituirsi di cui Cristian ha parlato nei suoi articoli, Gizèlka, la ragazza di Terezin… Affascinante, per la sua storia, è il luogo di cui il protagonista del romanzo di Fabio Brescia, Cristian, parla nei suoi articoli, e da cui proviene Gizèlka, la misteriosa ragazza: Terezin. La città nacque alla fine del 18esimo secolo (1780) come città-fortezza dell’Impero austro-ungarico, edificata con lo scopo di proteggere Praga dai possibili attacchi prussiani. Il nome significa città di Teresa, in quanto fu edificata in onore dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria (Terezín in ceco). Durante la seconda guerra mondiale fu trasformata dai nazisti in campo di concentramento, poi diventò un museo dopo la guerra. Un grande tema che emerge dal romanzo è la maternità che, vissuta, agognata, perduta, respinta o negata, investe in una qualche misura tutti i personaggi. Maternità intesa, dall’autore, come tutto il complesso di eventi, emozioni, sentimenti e stati vitali che sono la matrice fondante dell’umanità. Il libro rappresenta poi una denuncia importante dei crimini della tratta delle bianche, che secondo il rapporto globale dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, basato su dati di 155 Nazioni, è ancora molto diffuso e per larga parte sommerso. La forma più comune di traffico di esseri umani è lo sfruttamento sessuale, prevalentemente a carico di donne, anche giovanissime, e molto spesso perpetrato da altre donne, sovente ex-vittime che diventano, a loro volta, carnefici. Un altro tema interessante che emerge dalla lettura del libro è il rischio che all’interno della coppia si possano provare sentimenti di invidia nei confronti del/della partner, quando nella relazione si crea un rapporto di tipo competitivo, particolarmente nelle coppie che fanno lo stresso lavoro, per conflitto sul reciproco valore. Un altro spunto molto attuale del libro riguarda la vita dei reporter sempre alla ricerca di scoop sensazionali che li portino alla ribalta. Ciò è ancor più cruciale in epoca digitale, allorchè i “fatti” possono essere facilmente contaminati dalle falsità (fake-news), che viaggiando sul web in modo virale di condivisione in condivisione possono rendere difficile per il pubblico riconoscere la verità, e per il giornalismo svolgere il suo ruolo di informazione autorevole- attraverso un rigoroso fact-checking- e formazione di un’opinione pubblica consapevole, ruolo tanto più difficile quando il clima generale nella società è avverso all’establishment (compreso quello giornalistico) e la fiducia nelle istituzioni tradizionali è crollata. In conclusione, un libro tutto da leggere da parte di un artista che non smette di sorprendere.
Carlo Alfaro
Foto Lina e Michele De Angelis

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