Sorrento – Castellammare , la galleria di Seiano una trappola da evitare. Circumvesuviana, caos e coltelli. Il cancro che divora il territorio

Sorrento – Castellammare , la galleria di Seiano una trappola da evitare. Circumvesuviana, caos e coltelli. Il cancro che divora il territorio. Come di consueto diamo le informazioni sui trasporti in Penisola Sorrentina , diciamo subito che in estate è un inferno e questa domenica è stata davvero da incubo.

Per la Viabilità Vico Equense è paralizzata in direzione galleria, scegliete di passare per il centro e per Castellammare di Stabia per evitare il peggio. Non ne parliamo per l’EAV gli autobus a singhiozzo e per il treno la Circumvesuviana ha raggiunto vette eccelse, in negativo, oggi.

Scene da follia a Castellammare di Stabia e Pompei per la Circumvesuviana che da Napoli portava a Sorrento questa mattina, persone come sardine, donne e bambini non fatti salire, di tutto. Al ritorno scene simili da Sorrento a Napoli , ma vogliamo usare il post di Natale De Gregorio davvero incisivo , un giovane di Sant’Agnello che davvero è da ammirare per la lucidità con la quale si esprime.

Circumvesuviana, direttissimo ore 17:56 che parte da Sorrento, c’è chi rientra dal mare e chi, come me, è un pendolare diretto verso Napoli (per poi raggiungere Roma). Fa caldo, ma i finestrini divelti del treno rendono la temperatura quanto meno sopportabile. Lo spazio è poco e ognuno difende con i propri mezzi ogni centimetro. Nel corridoio ci sono una ragazza che tira fuori un coltello dal reggiseno almeno di una misura più grande del suo seno , un’altra che minaccia chiunque, un gruppo di giovani che si spingono, si strattonano e continuano a tirar fuori parole e concetti che non credevo potessero esistere per quanto sono crudi e senza valori. Non mi interessa di dove sono, non cambia nulla se vengono dall’hinterland o se sono figli di ROM e immigrati, sono particolari che non aggiungono nulla alla vergogna assoluta che provo. I turisti non sanno se guardare o meno, se aver paura o fingersi indifferenti. La gente per bene guarda incredula, ma ha già sviluppato sulla pelle quella sorta di patina che ti fa girare dall’altra parte, quegli anticorpi figli dell’esasperazione che ti portano solo sperare che il treno arrivi in tempo per la coincidenza o il prossimo impegno.

Il cancro che divora il nostro territorio è tutto qui, un posto inarrivabile per ogni tipo o forma di istituzione. Per un attimo penso di aprire il borsone e prendere un libro per ammazzare un po’ il tempo. Ma l’idea mi sfiora soltanto per un secondo, qui non c’è spazio per la cultura né per la conoscenza o il buon esempio. Abbasso la testa guardando il cellulare e mi arrendo anche io: siamo davanti ad una battaglia persa in partenza.

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