50 anni dai moti di Stonewall. L’omosessualità un tabù da superare in Costiera Amalfitana

Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della prima rivolta omosessuale e transessuale, avvenuta a New York nella notte tra il 27 e 28 giugno, che ha dato vita al primo movimento LGBT e ai gay pride in tutto il mondo.

Per l’occasione la comunità LGBT della Costiera Amalfitana per la prima volta si è esposta per far sapere come vivono la loro omosessualità in una zona così meravigliosa. Sicuramente con lo sviluppo tecnologico c’è stata un’evoluzione, ma talvolta i condizionamenti culturali prendono il sopravvento e comportano atteggiamenti di risentimento o derisione di chi vive una sessualità diversa. Per questo motivo molte persone decidono di espatriare per una maggiore libertà, regalando il loro talento a posti che non gli appartengono minimamente. Una conseguenza di comportamenti assolutamente fuori luogo contestualizzati alla società contemporanea, in cui lo sviluppo (inteso in tutte le sue sfaccettature) è alla base di tutto per una crescita costante.

Vito Fusco, fotofrago di Positano, è stato molto abile a realizzare un reportage dello Stonewall, storico locale omosex statunitense. Scatti raccolti in una mostra itinerante e in un libro intitolato «Stonewall, the Temple», corredato da testi in italiano e inglese che inquadrano il periodo delle lotte affrontate dal mondo Lgbt dagli anni ‘60 ad oggi. Trentaquattro immagini per raccontare i giorni trascorsi da Vito coi frequentatori del bar-tempio durante la settimana del Pride.

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