Traffico in Costiera Amalfitana, “Prigioneri a casa nostra…”: la lettera al Direttore

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al Direttore Michele Cinque sul problema traffico in Costiera

PRIGIONIERI A CASA NOSTRA…
Caro Direttore, buongiorno. È in questa triste giornata per molti di noi che vorrei approfittare per lanciare un singolo, e probabilmente inascoltato, grido di protesta. BASTAAAAAA.

NON SE NE PUÒ PIÙ. Siamo prigionieri in casa nostra, impossibilitati a muoverci, che sia per lavoro o per piacere. Noi a Scala poi, possiamo godere di tutta la tranquillità del mondo, anche troppa direi. Niente traffico. Niente inquinamento. Nemmeno acustico. Regna la pace. Ma non possiamo uscire dal paese per la paura di quel serpe di macchine e pullman  pronto ad inghiottirci senza sapere quando ci lascerà andare. Basta dare colpe a destra e a manca. Io non accuso nessuno. Non voglio farne nemmeno una questione politica. Non voglio dire che la colpa sia a destra o a sinistra. Non credo che un sindaco abbia sbagliato più o meno dell’ altro. Non so chi di preciso abbia più responsabilità. Ma so che voglio dire basta.

Smettiamo di avere paura ad un mi piace su fb, paura di esporsi. BASTAAAA! Io posso anche rinunciare all’ uscita per svago, ad una splendida giornata di mare nel nostro paradiso. Posso farlo. Con dispiacere. Ma posso. Quello che non posso accettare è il dover rinunciare alla nostra sicurezza e a quella dei nostri figli. Vivere nel terrore che possa accadere qualcosa e che i soccorsi non riescano ad arrivare. In quelle situazioni in cui i minuti sono oro colato . E poi qualcosa accade . Accadeva ieri. Accade oggi. Accadrà domani. Le sirene delle ambulanze che provano a farsi spazio. E il sangue che si gela. Ti domandi dove puoi spostarti. Io alle volte vorrei buttarmi dalla costiera pur di non sentire quelle sirene, pur di far passare. Oggi Nicola. Forse nemmeno la strada libera avrebbe potuto salvarlo. Ieri Vincenzo. E ricordo la nostra grande solidarietà. Vincenzo è figlio di tutti ho sentito dire. Però poi si ha paura. Paura di manifestare. La paura fa si che Vincenzo non sia più figlio nostro. Ma solo di Antonella. Be. Io per lui, per i miei figli, Per tutti i ragazzi, anche da sola voglio dire basta. Il blocco non servirà a niente? Non lo so. Forse. Ma lo voglio provare. E sapete perché? Perché un giorno posso dire di aver fatto qualcosa…e di non essere rimasta a guardare. Senza togliere nulla a nessuno. Senza seguire nessuna direzione politica. Senza pensare alle elezioni del 26 maggio. Ma solo alla vita…che merita di essere protetta. Ad ogni costo. Io ci sono. Io qualcosa farò. Deciso. Oggi più che mai. In questo 24 aprile da dimenticare.

Con affetto.

Una singola voce.

Angela Mansi – Scala

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