Gragnano nei guai il re del carbone Francesco Paolo Avella

Con la sua azienda per il commercio all’ingrosso di carbone avrebbe evaso 26 milioni di imposte: scatta il sequestro. Francesco Paolo Avella, imprenditore di Gragnano, è stato raggiunto ieri mattina da un ordine di sequestro per un milione e mezzo di euro. Sotto sigilli sono finiti 5 conti correnti, 2 quote di partecipazione in società, 14 immobili ed un terreno, tutti beni riconducibili al «re del carbone» e alla sua Srl, che ha sede a Sant’Antonio Abate. Durante l’indagine tributaria, effettuata dai finanzieri della compagnia di Castellammare di Stabia agli ordini del colonnello Agostino Tortora e del capitano Salvatore Della Corte, è emerso che Avella non ha mai presentato le dichiarazioni dei redditi negli ultimi tre anni. Così, ieri mattina, su richiesta del sostituto procuratore Sonia Nuzzo, il gip del tribunale di Torre Annunziata, Antonello Anzalone, ha emesso un provvedimento di sequestro fino a concorrenza di oltre 26 milioni di euro nei confronti dell’imprenditore gragnanese, ritenuto responsabile di omessa dichiarazione di redditi. Al termine di un accertamento fiscale, i finanzieri stabiesi hanno scoperto diverse irregolarità commesse nell’ultimo triennio da Avella, ritenuto un evasore totale.
PREZZI IMBATTIBILI
Il sequestro ha riguardato una parte del profitto illecito accumulato grazie all’evasione fiscale. Un comportamento, questo, che secondo gli investigatori ha permesso alla società di Avella di ottenere una posizione dominante nel settore commerciale, grazie anche alla possibilità di poter applicare prezzi di vendita particolarmente concorrenziali. Le successive indagini patrimoniali hanno permesso alle fiamme gialle di ricostruire una parte del patrimonio accumulato negli ultimi anni dall’imprenditore del carbone, calcolando in almeno un milione e mezzo di euro i beni da porre sotto sigilli. Tra questi, ci sono anche una decina di immobili un’abitazione, alcuni garage e dei capannoni tra Sant’Antonio Abate e Gragnano, dove ha rispettivamente la sua sede operativa e la sede legale l’azienda. Secondo quanto calcolato nel corso dell’indagine tributaria, Francesco Paolo Avella avrebbe evaso le imposte per cifre da capogiro che superano i 26 milioni di euro. A fine gennaio, un maxi sequestro aveva colpito un altro imprenditore di Gragnano. Armando Della Monica, costruttore con base operativa a Parma, è accusato di aver creato alcune società a Malta, grazie alle quali si era spogliato della proprietà di alcuni capannoni in Emilia Romagna, commettendo diversi reati fiscali per evitare di pagare alcuni creditori nell’ambito del fallimento societario.

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