Tra Castellammare di Stabia e penisola sorrentina indagati per ricettazione circa mille consumatori di datteri di mare
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Il fenomeno dei pescatori di frodo di datteri è purtroppo molto diffuso nelle acque tra Castellammare di Stabia e la penisola sorrentina. I controlli della Capitaneria di Porto sono continui e proprio di recente è stata aperta un’indagine su una vera e propria organizzazione che si occupa di procurare i tanto desiderati e proibiti mitili per poi venderli ad una rete di clienti. Ad essere perseguiti penalmente, quindi, non sono più solo i pescatori ma anche i consumatori che possono essere denunciati per il reato di ricettazione con una condanna che va dai due anni in su. Solo nella città di Castellammare gli investigatori stanno concentrando la loro attenzione su una quarantina di persone coinvolte nel fenomeno illegale, in particolare gruppi organizzati che, soprattutto di notte, raggiungono gli scogli per estrarre i datteri e, molte volte, si macchiano anche di un ulteriore reato andando a compiere i saccheggi in aree marine protette, come ad esempio Punta Campanella. Stando alle indagini il mercato illegale dei datteri di mare viene alimentato dalle richieste di professionisti e persone importanti del nord Italia. Ma le richieste arrivano anche da professionisti della Campania che riescono ad ottenere la merce con l’aiuto di intermediari napoletani in contatto diretto con i pescato di frodo stabiesi. A fare richiesta dei mitili ci sarebbero, inoltre, anche molti ristoratori sia della Campania che di altre regioni italiane che sono disposti a pagare bene pur di mettere nel piatto dei loro facoltosi clienti i datteri di mare. Clienti che, pur di mangiare un gustoso piatto di pasta condito con i mitili illegali, arrivano a sborsare anche cento euro. Ora i nomi dei consumatori dei datteri sono stati tutti segnati dalle Capitaneria di Porto e sarebbero, al momento, circa mille. Purtroppo la legge prevede delle sanzioni molto basse per i datterari e, ovviamente, il sequestro della merce. Ma proprio le multe irrisorie non hanno costituito un deterrente alla pesca illegale considerando il grande guadagno che si riesce ad ottenere con la vendita dei datteri. Ora l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata mira a far valere la nuova legge sugli ecoreati, che prevede delle pesanti condanne sia per i pescatori di frodo che per i consumatori, equiparati ai ricettatori. Si spera che questo possa almeno ridurre il fenomeno della pesca illegale di datteri nel rispetto della natura e dei fondali marini delle nostre zone.