Sorrento: Chef Rubio commenta il limoncello. Tanti luoghi comuni sulla Terra dei Fuochi e sui “cibi contaminati”

Lo chef Rubio, Gabriele Rubini (35 anni), protagonista di tanti programmi culinari come “Unti e Bisunti” e “Camionisti in Trattoria” ha rilasciato nuove dichiarazioni, non molto apprezzate dal popolo partenopeo e non.

Un po’ per carattere, un po’ perché il personaggio lo prevede, Rubio è tra coloro che quando rilasciano un’intervista, danno il via a inevitabili polemiche.

Dopo un lungo colloquio col Fatto Quotidiano in cui il giovane chef di Frascati, dopo aver ironizzato sullo chef Gianfranco Vissani per le sue affermazioni (Rubio sembra Fabrizio Corona) ha  parlato della cucina “made in Italy” tanto osannata ma forse non tutto trasparente e non tutto sano. ”

Il pistacchio di Bronte: ci siete mai stati lì? È un buco di paese, come può soddisfare le esigenze di tutto il mondo?”. E poi un passaggio sulla Campania: “Il Made in Italy. Altra bufala, non può significare per forza “buono” o “di qualità” – dichiara –  siamo invasi dai rifiuti tossici, e parliamo? E non mi riferisco solo alla Campania: ci sono tante, troppe, zone del Paese in cui è consigliabile non toccare i prodotti della terra”.

Parole inevitabilmente destinate a generare polemiche: è nota la battaglia ambientale per la tutela di luoghi e persone su quella parte tra Napoli e Caserta definita “Terra dei fuochi”, dove per anni sono stati sversati rifiuti tossici; al tempo stesso è altrettanto nota  la  battaglia dei produttori dell’agroalimentare in Campania che chiedono – è il caso di dirlo – di non fare di tutta l’erba un fascio, bollando una intera regione come tossica.

Infine, la ‘carezza’ di Rubio al  limoncello di Sorrento: “I presunti liquori del dopocena non hanno mai aiutato nessuno a digerire, sono solo una botta di zuccheri perfetti per il mal di testa”. E anche qui il consorzio Igp del limone amalfitano, il cosiddetto “sfusato”, avrà forse da ridire.

Insomma, Rubio ha sparato ad alzo zero su una serie di luoghi comuni, che, parolando di cibo, ha scatenato la polemica su un piatto d’argento non solo da parte dei Partenopei, ma anche da molti chef.

 

 

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