Reddito di cittadinanza, da domani il via alle domande. Ecco chi può richiederlo

Da domani, 6 marzo, al via alle domande per il reddito di cittadinanza, anche se rimangono molte le incomprensioni sul tema, dai requisiti Isee ai destinatari del reddito. Ecco dunque una guida esaustiva su tutto quello che c’è da sapere sul reddito e sulla pensione di cittadinanza.

CHI PUO’ RICHIEDERLO
Possono chiedere il reddito (o la pensione) di cittadinanza i cittadini italiani ed europei o extra-Ue con permesso di soggiorno a condizione che siano “residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in via continuativa”. Un limite che rischia di avere effetti distorsivi perché non può ottenere il reddito un cittadino italiano che abbia vissuto all’estero negli ultimi anni. Come è il caso dei tanti connazionali in fuga dai Paesi del Sud America. La pensione di cittadinanza,  infine, andrà solo a chi, oltre alla residenza in Italia, abbia più di 65 anni in un nucleo tutto di ultra-65enni.

REQUISITI
I requisiti per l’accesso al reddito contemplano un Isee complessivo annuo della famiglia entro i 9.360 euro e un reddito familiare sotto i 6mila euro, fino a un massimo di 12.600 euro in base alla composizione del nucleo. Altri paletti riguardano il valore di beni immobili (non oltre i  30mila euro) e mobili (limite a 6mila euro) posseduti. Nel passaggio al Senato, la Lega ha inserito molteplici paletti anti-furbetti (contro finte separazioni e finti cambi di residenza) che rischiano di produrre una valanga di revoche.

DI QUANTO E’ L’IMPORTO
L’importo mensile è fissato in 500 euro per un single con l’aggiunta di 280 euro come contributo per l’affitto: da qui i 780 euro più volte indicati. Nel caso dei pensionati, il supporto massimo è sempre di 780 euro al mese (il minimo 40) suddiviso in un’integrazione al reddito fino a 7.560 euro l’anno (630 al mese) e un aiuto per l’affitto o per il mutuo che si ferma a 1.800 euro l’anno (150 al mese). Al crescere del nucleo familiare, cresce il totale del sussidio, fino a un massimo di 1.330 euro con 2 adulti e 3 minorenni. Il problema dell’importo è che rischia di essere concorrenziale con le retribuzioni di molti lavoratori part-time. Tanto più se collegato alla possibilità di rifiutare lavori con stipendi sotto gli 858 euro, come prevede la modifica approvata in Senato.

OFFERTE DI LAVORO
I destinatari del reddito devono rispettare il Patto per il lavoro per chi può essere reso occupabile rapidamente. Nei 30 giorni successivi al riconoscimento del beneficio ci sarà la convocazione e la valutazione “dei bisogni del nucleo familiare e dei suoi componenti”. I beneficiari del reddito di cittadinanza sono obbligati ad accettare “almeno una di tre offerte congrue” di lavoro, pena la “cancellazione del beneficio”. Ma questo aspetto del meccanismo rischia di rimanere sulla carta. A rendere il percorso accidentato sono le difficoltà legate all’assunzione dei 10mila navigator che dovranno seguire i singoli disoccupati fino  all’occupazione. Mancano i bandi dell’Anpal e manca l’accordo tra governo e regioni, alle quali spettano le funzioni relative ai centri per l’impiego.

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