Pimonte, il boss dei Monti Lattari interrogato: “Nessuna estorsione, era un prestito”

Ha parlato durante l’interrogatorio svoltosi a Siena, nel carcere di san Gimignano, il boss dei Monti Lattari Raffaele Afeltra. Quest’ultimo, ricordiamo, alcune settimane fa si era consegnato spontaneamente nel carcere toscano dopo la fuga nella notte del 5 dicembre, giorno in cui scattò l’arresto per 13 coinvolti nell’inchiesta “Olimpo”, tra cui i capi di quattro cosche malavitose dell’area stabiese e l’imprenditore Adolfo Greco, detto “il re del latte”.

Si era conclusa in quel modo una latitanza durata oltre tre mesi. Il boss era riuscito a fuggire e aveva girato l’Italia nella più classica delle sfide “guardie e ladri”. Raffaele Afeltra è originario di Pimonte, ma era attivo tutta l’area dei Lattari: tra le accuse, quella di estorsione nei confronti di un imprenditore di Agerola, attivo nel settore caseario. Ad aiutare il boss sarebbe stato il noto imprenditore di Castellammare di Stabia Adolfo Greco – il quale negli anni ’80 non mancò di essere sospettato per rapporti con il clan di Cutolo (41bis). Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Greco sarebbe stato complice di Afeltra, ai fini di estorcere cinquantamila euro dal lavoratore caseario.

Come ha rivelato Metropolis, il boss ha parlato alcuni giorni fa durante l’interrogatorio tenutosi in Toscana. Afeltra ha respinto ogni accusa: “Non si trattava di estorsione, era solo un prestito che avrei poi estinto”. Dichiarazioni che non convincono gli inquirenti, i quali hanno a disposizione diverse prove che invece porterebbero a pensare ad una estorsione vera e propria. Vedremo come andrà avanti la vicenda giudiziaria che ha scioccato l’intera zona.

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