Game Over – La dipendenza dal gioco non è un gioco

Lo scorso Dicembre 2018 l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha reso noti i dati statistici sul mercato del gioco d’azzardo in Italia per l’anno 2017. Più di 116 milioni di euro spesi tra slot, bingo, superenalotto, centri scommesse e gratta e vinci: a tanto ammonta il volume delle giocate effettuate in penisola sorrentina nell’anno 2017. Nella sola città di Sorrento sono stati bruciati quasi 40 milioni di euro, circa 32 milioni a Castellammare di Stabia. Lo denuncia la Fondazione antiusura Exodus ’94, che da 25 anni si occupa di persone indebitate, famiglie indigenti, soggetti dipendenti dal gioco d’azzardo e vittime dell’usura residenti nel territorio dell’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare. Dati che risuonano come un campanello d’allarme e che suggeriscono la necessità di tempestivi interventi volti ad aumentare la sensibilizzazione sulla tematica e a contrastare la crescita del fenomeno sul territorio.

Se per molti il gioco d’azzardo è considerato un innocuo e sano passatempo, per altri, tuttavia, il giocare può trasformarsi da semplice evasione a sintomo di un vero e proprio disturbo patologico definito ludopatia. Occorre distinguere tra chi gioca in modo adeguato (tipicamente per un periodo di tempo breve, con perdite accettabili e in un certo senso calcolate), e coloro che manifestano nel gioco perdita di controllo sulla condotta, disagio emotivo, compulsività e dipendenza.

Per questo tipo di soggetti trova applicazione la categoria diagnostica di “Gioco d’Azzardo Patologico” (GAP),malattia mentale che rientra tra i disturbi del controllo degli impulsi. Coloro che ne soffrono divengono progressivamente incapaci di smettere di giocare; i tentativi di controllare o ridurre l’attività di gioco falliscono. In più, l’impegno, il tempo e il denaro spesi nel gioco tendono ad aumentare. A ciò possono associarsi disturbi dell’umore, abuso di sostanze, ideazione suicidaria, tentativi di suicidio.

Il disturbo da gioco d’azzardo patologico ha un’evoluzione cronica e progressiva che inizia in genere nella prima adolescenza negli uomini e più tardi nelle donne; spesso è intervallato da periodi di astinenza e ricadute. E’ più comune tra gli uomini e in Italia la sua incidenza tra gli adulti si attesta sull’1-2% della popolazione (Relazione al Parlamento 2011 – Dipartimento Politiche Antidroga). Le fasi del ciclo di vita dove più frequentemente emerge la dipendenza da gioco d’azzardo sono l’adolescenza e l’età anziana. Sebbene il gioco d’azzardo sia vietato ai minorenni, infatti, molti giovani vi si avvicinano, per lo più maschi (rapporto M:F di circa 3-5:1), e sono connotati da invulnerabilità, propensione al risk taking e tendenza a sottovalutare i rischi. Tra i giochi più in voga in questa fascia d’età troviamo i Gratta e Vinci, le scommesse sportive e i giochi d’azzardo online. Gli anziani, invece, preferiscono giochi a basso investimento cognitivo e dall’esito legato quasi esclusivamente alla fortuna, come il bingo, le lotterie e le slot machines.

Il gioco d’azzardo si connota per la sua capacità di impossessarsi totalmente del giocatore ed avere conseguenze che non rimangono confinate all’interno del gioco, ma che impattano negativamente sulla vita reale. Tra i costi sociali del gioco d’azzardo, vengono elencati il calo della produttività sul lavoro, l’aumento di criminalità, l’indebitamento, l’usura, il peggioramento dello stato di salute, l’impegno di risorse dei sistemi giudiziario, sanitario e previdenziale e rotture famigliari.

Attualmente il Gioco d’Azzardo Patologico è considerato, insieme ad altre dipendenze quali ad esempio la dipendenza da Internet, una forma di dipendenza comportamentale o New Addiction. Il termine inglese “addiction” emerse inizialmente in ambito scientifico per descrivere una condizione di dipendenza fisica e mentale indotta dall’uso di droghe. Attualmente il termine indica uno stato di “dipendenza patologica” da distinguere dalla dependance: per dipendenza patologica o addiction, si intende una condizione generale in cui è contingente la dipendenza psicologica da una sostanza, da un comportamento o da un oggetto senza la quale il soggetto sperimenta sintomi fisiologici d’astinenza. Per dependance, si intende la dipendenza fisica o chimica tale per cui è lo stesso organismo che, una volta assuefatto, necessita della sostanza per funzionare.

Il Gioco d’Azzardo Patologico, al pari delle altre forme di addiction, è considerato l’espressione di un disagio psichico profondo che ha bisogno di essere ascoltato e decodificato. Anche se ciascuna tipologia di addiction ha aspetti specifici, definiti e particolari, tutte hanno in comune il desiderio di fuga dalla realtà ritenuta come inaccettabile e dall’incapacità di gestire e tollerare la sofferenza psichica che ne deriva. A volte, gli individui che sperimento questa sofferenza, rinunciano più o meno consapevolmente alla capacità di riflettere, pensare criticamente e abbandonarsi ad uno stato di forte euforia e momentanea piacevolezza ricercati sempre più frequentemente e per un tempo maggiore attraverso la ricerca compulsiva del comportamento patologico (craving).

Il Gioco d’Azzardo, se viene utilizzato a lungo per scopo compensatorio o per fuga, porta chi ne usufruisce a diventare “vittima del gioco”. Le vittime designate sarebbero individui che vengono risucchiati in un vortice di pensieri ossessivi legati al gioco, con relativa messa in atto di comportamenti (compulsione) e dai quali non riescono più ad uscire. Il Gioco d’Azzardo Patologico influenza il modo di vedere la realtà, distorcendo in maniera più o meno grave l’esperienza della persona che ne è vittima. Il principio di realtà viene meno in quanto l’attrazione e il bisogno di soddisfare l’impulso a giocare diviene progressivamente più intenso, tale da comportare una totale perdita di controllo ed è finalizzato a perseguire il comportamento ormai abitudinario e ripetitivo, anche in presenza di ostacoli e pericoli contingenti.

Le conseguenze psico-fisiche e sociali del Gioco d’Azzardo Patologico

Il Gioco d’Azzardo Patologico è una dipendenza patologica, oltre ad essere una vera e propria malattia, in quanto va a soddisfare tutti e quattro i criteri necessari affinché sia considerata tale: si presentano alterazioni del normale funzionamento fisiologico e psichico dell’organismo, crea un certo grado di sofferenza fisica e psichica; risulta derivante da un insieme di fattori eziopatogenetici; ha un’evidenza fenomenica, cioè è costituita da segni e sintomi identificabili, necessita di un intervento in quanto essendo un “processo patologico” che tende ad avere un evoluzione negativa richiede una specifica diagnosi, cura e monitoraggio costante.

Il Gioco d’Azzardo Patologico provoca ingenti danni a livello fisico e mentale ed esperienze di dissociazione e alienazione che possono diventare un meccanismo difensivo quasi automatico del dipendente da utilizzare per far fronte anche alle più piccole sofferenze che potrebbero presentarsi nella vita di tutti i giorni. Esso, così come le altre addictions, può modificare l’umore e le sensazioni e spesso, purtroppo, questo ne diventa lo scopo principale. Esso, infatti, non si insidia casualmente nella vita delle persone, ma è una risposta disfunzionale a eventi stressanti della vita o a periodi critici dello sviluppo in cui ci si può sentire sopraffatti da sensazioni ed emozioni intense o ingestibili.

Le terapie per il Gioco d’Azzardo Patologico esistono. Tuttavia, solo il 10% dei giocatori in difficoltà richiede un intervento specifico; molto spesso il giocatore d’azzardo giunge alla richiesta d’aiuto per tentare di risolvere i problemi che scaturiscono secondariamente alle perdite economiche, e non perché desideroso di smettere di giocare o perché cosciente di avere una dipendenza patologica. La miglior strategia di intervento prevede un protocollo integrato tra Servizio Pubblico e Privato e Organizzazioni di mutuo-aiuto presenti sul territorio, privilegiando un lavoro di rete efficace per intervenire su diversi aspetti della patologia.

 

Dr.ssa Cinzia D’Esposito – Psicologa, Esperta in Psicodiagnostica clinica e peritale – per info: +39 335 6138 502 email: cinziadesposito90@gmail.com

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