Atrani Valorizzazione patrimonio Immobiliare via Carmine e precisazioni Casa Parcheggio

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Riceviamo e pubblichiamo . Negli ultimi anni il Comune di Atrani, guidato dal sindaco Luciano de Rosa Laderchi, ha provveduto alla valorizzazione del patrimonio Immobiliare comunale che era stato gestito, sino a quel momento, in maniera infruttuosa e dannosa, tanto è vero che, per questo motivo, alcuni tra amministratori e funzionari delle passate consiliature sono stati condannati a pagare 25 mila euro ciascuno per “aver concesso o comunque tollerato” le locazioni a canoni a irrisori.
Nello specifico, il Collegio, ha riconosciuto il danno per le rilevate disparità tra quanto incassato nel corso degli anni dal Comune di Atrani per la locazione dei propri cespiti immobiliari e quanto si sarebbe potuto invece ottenere a prezzi di mercato.
In seguito all’indagine della Corte dei Conti, partita nel 2013, il consiglio comunale ha approvato quindi la delibera n.46/2014 avente ad oggetto “Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare” attraverso la quale si dava mandato al responsabile dell’area tecnica di predisporre tutte le procedure per adeguare il canone delle rispettive locazioni con nuovo contratto o disdire il contratto precedente nei termini fissati dalla legge in caso di mancata accettazione della proposta.
Il Patrimonio Immobiliare del Comune di Atrani, che conta in totale 31 immobili di cui 25 ad uso abitativo e 6 destinati ad uso non abitativo, è stato sottoposto, tramite l’ufficio tecnico, ad un “riordino di gestione e valorizzazione”. Tramite la delibera 46/2014 il Comune ha deliberato che anche gli immobili di via Carmine “case parcheggio” sono da considerare sottoposti al regime di locazione ordinaria, e che per tutti gli immobili comunali ad uso abitazione e non sottoposti a regime E.R.P, il nuovo canone di locazione sarebbe stato adeguato tenendo conto delle tabelle O.M.I dell’Agenzia delle entrate.
Per tutti gli immobili comunali non erp, quindi, il Responsabile dell’Area Tecnica ha provveduto a porre in essere tutte le procedure per regolarizzare e valorizzare il patrimonio immobiliare e quindi di adeguare il canone con stipula di nuovo contratto entro 60 giorni dalla comunicazione.
Attualmente 6 conduttori hanno stipulato il contratto dopo la proposta avanzata dal comune; 4 conduttori hanno stipulato il contratto in mediazione; 4 conduttori hanno stipulato un contratto tramite accordo transattivo mentre 1 conduttore delle case parcheggio ha avanzato concretamente una proposta di conciliazione, mentre per altri due conduttori è in essere l’iter di sfratto esecutivo dopo la condanna da parte della Corte di Appello.
A balzare alle cronache locali sono stati proprio i conduttori delle “case parcheggio”, che vennero pensate agli inizi del 1980 per risolvere tutta quella casistica di eccezionalità – calamità naturali, sfratti esecutivi per cui è necessario disporre un certo numero di alloggi liberi.
Tutto ha inizio nel 2015 con un ricorso al TAR che non ha sospeso la delibera di consiglio e dopo la mancata partecipazione alla mediazione proposta dal Comune alle famiglie delle case parcheggio, le stesse sono state condannate sia in primo grado che in secondo grado dal Tribunale di Salerno a rilasciare l’immobile, con il relativo pagamento di tutte le spese di giudizio a favore del Comune.
Tra i contenziosi in atto vi è anche un conduttore per un locale commerciale di circa 120 mq, con annesso deposito interrato, con un contratto di locazione risalente al lontano 1969 che frutta alle casse comunali circa 150 euro annui: solo grazie all’attuale amministrazione si è avviato l’iter di “sfratto” dando mandato, nel marzo 2015, all’Avv. Luca Bottone che con il Prof. Francesco Armenante e l’avv. Angela Cisale hanno curato l’aspetto legale dell’Ente per uscire fuori dall’”empasse” della gestione del patrimonio comunale, ereditata dall’amministrazione de Rosa.
“… Sin dal suo insediamento questa Amministrazione ha cercato di eliminare la disorganizzazione nella gestione del patrimonio che durava da ben 20 anni e ha cercato da subito di contemperare l’esigenza di valorizzazione del patrimonio comunale, figlia del principio di buon amministrazione dettato dalla Carta costituzionale, con quella di salvaguardare gli interessi degli inquilini occupanti gli alloggi offrendogli una nuova proposta di locazione per evitare inutili contenziosi che potevano sfociare in ultima analisi nello “sfratto”. C’è chi ha capito le buone intenzioni dell’amministrazione firmando fin da subito il contratto proposto, c’è chi ha trovato una soluzione grazie allo strumento della mediazione e chi invece ha scelto, magari mal consigliato, la via delle aule giudiziarie che ha portato alla fase dello sfratto esecutivo con un aggravio di spesa per il giudizio di non poco conto. Attualmente con i legali dell’Ente si stanno vagliando le proposte avanzate da alcune famiglie colpite dallo sfratto, sempre tenendo conto delle linee guida dettate dal consiglio comunale nel dicembre del 2014 e naturalmente salvaguardando gli interessi pubblici dell’Ente…”.

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