Salernitana una sconfitta che brucia quella col Benevento , tifosi delusi

Salernitana una sconfitta che brucia quella col Benevento , tifosi delusi a Salerno . Quando sembrava che le due squadre fossero incapaci di trovare un guizzo, ci pensa Micai a dare una mano al Benevento. Nel vero senso del termine. Perché il gol che decide la gara con la Salernitana lo realizza proprio il portiere granata che dopo neppure 5′ dall’inizio della ripresa smanaccia nella sua porta un cross di Insigne. Serviva un colpo per accedere una partita brutta e noiosa e quello del portiere della Salernitana vale cento punti. Perché il Benevento, che si conferma una squadra solidissima (settimo risultato utile di fila, e settimo clean sheet per Montipò nelle ultime nove), non brilla certo per estro e pericolosità.
LE SCELTE
Bucchi, che deve fare a meno di Bandinelli per un attacco di febbre last minute, inserisce solo Del Pinto rispetto all’undici capace di travolgere il Venezia 3-0 una settimana fa. Gregucci getta subito dentro l’ex Lopez che sulla sinistra si rivela uno dei migliori tra i granata. Ma se il Benevento non si accende, la Salernitana non brilla e incassa la terza sconfitta casalinga di fila. E se alla fine l’unico tiro nello specchio è il debole colpo di testa di Andrè Anderson a metà primo tempo, vuol dire che Gregucci ha ancora molto lavoro da fare.
TUTTO TACE
Più che uno stadio, l’Arechi sembra una cattedrale nel deserto. Il clima da derby lo respirano solo i tifosi del Benevento arrivati in quasi 2000. Per il resto dei granata non c’è grossa traccia cromatica e sonora. La Salernitana funziona soprattutto a destra. Perché Casasola si sovrappone spesso, ma soprattutto perché Djavan Anderson parte trequartista ma è calamitato dalla linea del fallo laterale e tende sistematicamente ad allargarsi. In questo modo la squadra di Gregucci trova le soluzioni più pericolose per gli inserimenti da dietro di Andrè Anderson. Anche il Benevento viaggia su un’unica corsia, ma è quella mancina. Lì dove Improta e Insigne si cercano e si trovano a memoria.
LA CHIAVE
La differenza tra le due squadre, però, la fa il centravanti. Jallow va a rilento, non si propone ma sopratutto non attira i centrali del Benevento, mentre Coda è ovunque. L’ex granata svaria su tutto il fronte offensivo aprendo autostrade ai compagni che si buttano dentro. Per informazioni rivolgersi a Bonaiuto che si fa parare da Micai la migliore palla gol del primo tempo. Che poi i moduli non sono così diversi tra loro visto che sia Bucchi che Gregucci si affidano alla difesa a 3 nonostante l’unica punta schierata dal rispettivo avversario. Anche per questo il gioco si sviluppa tutto sulle corsie esterne ed è da lì che arrivano i pericoli maggiori per i due portieri. Certo, Micai ci mette del suo deviando nella sua stessa porta un cross abbastanza innocuo di Insigne da destra. Una papera in goffissimo stile con la quale condanna la Salernitana.
LE MOSSE
Il gol stappa la partita, ma soprattutto il Benevento che trova il coraggio che sembrava aver lasciato a casa. Crisetig detta i tempi, mentre Bonaiuto e Insigne si propongono sempre con maggior frequenza. Gregucci mette dentro Rosina per aumentare il potenziale tecnico e offensivo della squadra e l’effetto della sostituzione è quello di avere una Salernitana che prova a fare uno sterile possesso palla ma apre delle praterie al contropiede del Benevento. Coda ne potrebbe approfittare, ma invece di scartare a dovere il regalo di Insigne, calcia addosso a Micai. Le emozioni si fermano praticamente qui (e siamo appena al 17′ del secondo tempo). Ma al Benevento va più che bene visto che questi tre punti vogliono dire terzo posto temporaneo.

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