Meta, un po’ di storia. L’assedio di Gaeta: l’esperienza di un soldato metese raccontata nella poesia di Ferdinando Russo

Questo che state per leggere, è un piccolo pezzo di storia di Meta, fino ad ora quasi sconosciuta a tutti.

Questa storia è ambientata durante l’assedio a Gaeta nel 1860-61.

Proprio lì, un soldato metese prendeva parte a difendere Gaeta.

Questo fu l’ultimo episodio dei combattimenti tra l’Esercito delle Due Sicilie e quello del Regno di Sardegna, susseguenti l’impresa dei Mille di Garibaldi e l’invasione del Regno delle Due Sicilie da parte di quest’ultimo. Fu un momento fondamentale del processo di conquista del Regno delle Due Sicilie, che portò alla proclamazione del Regno d’Italia unita nel corso del Risorgimento italiano. È stato uno degli ultimi grandi assedi condotti col metodo cosiddetto scientifico. L’esercito assediante fece uso infatti dei moderni cannoni a canna rigata che decretarono la fine delle fortificazioni costruite fuori terra.

Dopo novantaquattro giorni di duro assedio compiuto esclusivamente con un continuo ed estenuante bombardamento che comportò lo sparo su Gaeta di oltre 160.000 colpi, di cui molti a granate con spolette esplodenti a massima carica; dopo l’avvelenamento delle condotte idriche di Monte Conca, situate al di là delle linee piemontesi, e la conseguente epidemia di tifo scoppiata tra le truppe e la popolazione assediata, nonostante la determinazione di militari e cittadini di proseguire comunque nella resistenza,  il Re Francesco II decise di porre fine all’eroica difesa militare del Regno.
Resistere ancora alla devastante guerra mossa senza scrupoli e con disonore da quell’armata di invasori che senza alcuna dichiarazione di guerra aveva assaltato come predoni uno stato ricco, indipendente e pacifico, avrebbe solo accresciuto le sofferenze di quegli uomini e di quelle donne che, comunque, avrebbero difeso fino all’estremo sacrificio la loro antica Patria napoletana.

Il resto della storia la conoscete già: nel 1861 infatti fu proclamato il Regno d’Italia.

Oggi,  14 febbraio ricorre l’anniversario della caduta di Gaeta in mano ai piemontesi. (14 febbraio 1861) per questo abbiamo deciso di raccontare questa vicenda, che il poeta Ferdinando Russo, ha trascritto nel suo poemetto “O Surdate ‘e Gaeta”, scritto dopo un incontro causale con vecchio soldato, che gli raccontó le memorie di quei giorni. Il protagonista, infatti è Michele Migliaccio, metese di origine e gaetano d’adozione. I personaggi e la storia raccontata nella poesia, infatti, sono realmente esistiti e sono vicende realmente accadute, raccontate dal soldato, trascritte dal poeta tempo dopo.

Una nostra lettrice metese, che ci ha gentilmente segnalato il video che potrete trovare di seguito, lancia un appello affinché qualcuno possa dare maggiori informazioni su questa storia e le piacerebbe sapere, inoltre, se alcuni parenti del soldato metese che ha combattuto per Gaeta durante l’assedio, si trovano ancora a Meta.

Queste pillole di storia sono importanti, vanno conservate e raccontate alle generazioni future, affinché non venga mai persa la storia e i ricordi che i nostri avi hanno fatto.

Questa potrebbe essere una vicenda importante non solo per Meta, ma per tutta la Penisola Sorrentina.

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