Castellammare di Stabia, caso Quagliarella: “era terrorizzato”. Ecco le condanne

Castellammare di Stabia. Finalmente ha un epilogo il caso Quagliarella, attualmente bomber della Sampdoria e della Nazionale, vittima di stalking quando vestiva la maglia azzurra del Napoli nel 2010: lo scrive Salvatore Piro su Metropolis. “Fabio Quagliarella è rimasto coinvolto in una vicenda che ne ha alterato le abitudini di vita, provocandone per moltissimo tempo un evidente e persistente stato d’ansia e di paura anche per la propria incolumità personale”. Questo il principale stralcio delle motivazioni con cui la IV sezione penale della Corte d’appello di Napoli ha confermato la condanna a un anno e 4 mesi per stalking a carico dell’ex ispettore informatico della polizia postale partenopea, Raffaele Piccolo. Il presunto poliziotto stalker dei vip – nella sua rete anche lo chansonnier caprese, Guido Lembo, poi “un noto professionista stabiese impegnato in una rilevante attività politica e il titolare di una consolidata attività commerciale (un negozio della Vodafone di viale Europa, ndr)” – che per l’accusa spediva centinaia di lettere diffamatorie ai vip di Castellammare, fingendosi poi loro amico e offrendo infine a tutti protezione, raccogliendo denunce e scrivendo querele contro ignoti. Quelle lettere infamanti, circa 20, inviate dal 2007 al 2010 pure a casa del papà del bomber stabiese (Vittorio, anche lui parte civile a processo) e nelle sedi di Sampdoria, Udinese e Juventus, costarono l’addio di Fabio Quagliarella al Napoli. Nel corso del processo di primo grado, Fabio Quagliarella dichiarò infatti al giudice senza mezzi termini: “De Laurentiis mi ha mandato via dal Napoli solo per le lettere che parlavano dei miei festini a suon di droga con la camorra. Lettere diffamatorie che raccontavano anche di presunti rapporti sessuali di Quagliarella con ragazzine (ipotesi priva di qualsiasi fondamento, mai contestata o al vaglio di alcuna inchiesta, ndr) e che aumentarono notevolmente quando il calciatore fu acquistato dal Napoli nell’estate del 2009. L’impianto accusatorio ha retto anche in appello, dove il poliziotto stalker è stato condannato a sborsare inoltre 4mila euro di risarcimento in favore di tutte le parti civili costituite (7 e difese, tra gli altri, dai legali Gennaro Bartolino e Guido Propenso). “Anche nel caso di Fabio Quagliarella” ha sottolineato il collegio di giudici presieduto da Eugenio Giacobini “le molestie terminavano allorché lo stesso si determinava a sporgere personalmente querela porgere personalmente querela (scavalcando dunque la ‘protezione’ offertagli dal presunto stalker, ndr)”. Raffaele Piccolo, secondo la Corte d’appello, calunniava e minacciava le sue vittime vip “probabilmente perché animato da un evidente delirio d’onnipotenza o da un accentuato complesso di inferiorità e di gelosia tale da indurlo a inviare anche due lettere anonime alla Dia di Napoli e al Commissario di Polizia di Castellammare di Stabia”.

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