Positano. Ricordiamo il furto del “tesoro” della Chiesa Madre, avvenuto 32 anni. Trafugata anche la corona della Madonna Assunta

Positano. Alla fine del mese di gennaio 1987 , il 29 gennaio, avvenne un episodio che ancora tutti ricordano nel paese della costiera amalfitana. Nella notte venne rubato il “tesoro” della Chiesa Madre, costituito da oggetti d’oro, preziosi ex voto e, soprattutto, la corona d’oro della Madonna Assunta. A compiere il furto furono dei ladri acrobati, come vennero subito definiti. I malintenzionati si erano, infatti, arrampicati ad un tubo raggiungendo un finestrone della chiesa. Dopo aver segato le sbarre in ferro erano riusciti ad entrare raggiungendo il cornicione interno. Grazie, poi, ad una robusta fune legata all’inferriata della finestra si erano calati per poi raggiungere la sagrestia. Qui avevano aperto la cassaforte con l’aiuto di una fiamma ossidrica e si erano impossessati del “tesoro”. Una volta conquistato il bottino erano usciti tranquillamente dalla porta centrale. Il furto venne scoperto solo la mattina, al momento della riapertura della chiesa. Il valore degli oggetti rubati ammontava ad alcune centinaia di milioni delle vecchie lire. Grande il dolore fra i positanesi, soprattutto per il furto della corona della loro “Mamma”. Ma, immediatamente, scattò una gara di solidarietà ed ognuno donò quanto poteva per poter restituire la corona alla Madonna. Il successivo 15 agosto, per la festa dell’Assunta, la Madonna di Positano aveva già una nuova corona fatta di oro e dell’amore dei suoi figli. Massimo Capodanno ha avuto il merito di farne un bel post ( leggetelo qui ) dove ha anche pubblicato il racconto di Fabrizio Knight con l’incontro con don Raffaele Talamo, Mimì Amendola ( “Scorpione”) e altri del comitato ai quali prospettò un orafo di Napoli per la famosa corona, con un curioso aneddoto, quando questa corona fu indossata la prima volta cadde ai Mulini e per qualcuno voleva dire che doveva essere realizzata da qualcuno del posto ( che pare si fosse lamentato , ndr ), ma poi tutto si sistemò. Ricordo che all’epoca scrivevo per “Il Golfo” ed “E’ Costiera”, poi “Il Mattino”, ero all’inizio della mia passione per il giornalismo, nata durante la frequentazione della Ragioneria ad Amalfi, e mi chiedevo, come hanno fatto a rubare senza avere appoggi interni? Come hanno fatto a scappare? Come facevano a sapere che l’allarme non funzionava e che non c’erano controlli? Domande ancora oggi senza risposta. Michele Cinque

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