L’immigrazione. Il punto di Fabio Corniola

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L’immigrazione è un tema attualissimo, possiamo anche tranquillamente dire che lo è più di ogni altro tema politico e sociale attuale, e di tutta la politica nazionale ne è a dire il vero il tema per eccellenza almeno in questo momento. Analizzando il fenomeno migratorio, possiamo constatare come l’immigrazione sia sempre stata adottata da tutti i popoli della terra, fin da sempre. Le colonizzazioni ci sono sempre state e con esse anche i flussi migratori. Come dimenticarsi lo spostamento di massa avvenuto nel 19° secolo e nel 20° secolo, quando quasi 30 milioni di italiani hanno lasciato l’Italia per andare in America, in Australia o in Europa occidentale. Dunque, non c’è proprio niente di nuovo alla porta, anzi è semplicemente una storia che si ripete, continuamente.

Ma allora perchè questo è un problema ad oggi?

Il problema dell’immigrazione non dovrebbe costituirsi un vero e proprio problema nel momento in cui quelli che emigrano, ovvero le persone che si spostano in un altro Paese, possiedono la bontà e la consapevolezza di rispettare le regole del Paese da cui vengono ospitati. Questo cosa vuol dire? Che c’è l’assoluta necessità, da parte degli immigrati, di rispettare il Paese nella sua pienezza, quindi comprendendone la cultura, la razza e l’orientamento religioso senza cercare di sovvertire queste cose a proprio favore e senza cercare di sopraffare il popolo che è disposto ad ospitarli. Con questo non voglio entrare nelle statistiche, nei numeri, negli accadimenti, negli episodi ma preferisco rimanere su linee generali per poter esprimere un concetto senza che venga accusato di essere di parte, inutilmente tra l’altro, e con malafede. Il problema è sempre stato la sopraffazione di un popolo verso l’altro, ed in questo momento storico, politico e culturale gli italiani, almeno secondo il mio parere, si vedono sopraffatti dallo “straniero” in quanto, nel Paese, ci sono milioni di italiani sotto la soglia della povertà che vedono continuamente passarsi avanti, appunto, dallo straniero, sia nell’ambito societario, lavorativo, che religioso.

Ma allora come uscirne?

Il rispetto è la parola chiave, se manca quello verrà quasi sempre a mancare qualsiasi rapporto di amicizia, di amore e di fratellanza, e si scatenerebbero soltanto guerre su guerre, come già succede. Vedete, il problema non è che chi scappa dalla guerra, ma chi l’ha creata la guerra. Il problema non sono le brave persone che scappano, ma chi c’è dietro tutto il business e che vuole, sottolineo volutamente, farle scappare e farle approdare in Italia e in Europa. Non lo dico con matematica certezza perchè non ce l’ho, ma a me sembrerebbe che le cose stiano esattamente così. Che sia un tentativo ben più ampio di sostituzione di massa della forza lavoro? Dato che gli immigrati vengono pagati miseramente e sfruttati nel lavoro, rispetto almeno a quanto si dovrebbe pagare un italiano che farebbe lo stesso lavoro? Rispondiamo nel paragrafo seguente.

Il Piano Kalergi

Il Piano Kalergi sarebbe in realtà un piano che prende il nome dal filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, il quale era un grande sostenitore di un’Europa più unita dal punto di vista politico ed economico. Il piano è stato studiato, molto probabilmente, per opporsi alle mire imperialistiche dell’epoca, dato che stiamo parlando di un filosofo che ha vissuto pienamente le due guerre mondiali. In effetti sosteneva a gran voce un’unione confederata di Stati tra le diverse potenze europee con la garanzia reciproca della sovranità individuale e il rispetto delle diverse culture europee. Questi concetti del filosofo austriaco, come potete ben vedere, erano del tutto positivi ma attenzione perchè il tutto sarebbe stato rielaborato e decontestualizzato da Gerd Honsik, uno che negò la verità storica dell’Olocausto. Honsik avrebbe trasformato le parole di “Kalergi” al fine di attuare un piano che prevedesse l’annullamento delle identità nazionali e locali, magari proprio mediante la sostituzione della forza lavoro e la deportazione di massa, quindi principalmente manodopera garantita a bassissimo costo.

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