Coppa Italia Torino Fiorentina ore 15 Rai 2 foto

Giovanni Simeone, 23 anni, seconda stagione in viola, 4 gol in 19 partite in A sestini
30 gol A Sono quelli realizzati da Simeone nelle sue 3 stagioni e 92 partite. In coppa Italia invece 2 centri i 4 presenze
43 gol A Sono quelli realizzati in passato da Muriel nelle sue 164 partite. In coppa Italia invece 4 centri in 7 presenze
OGGI A TORINO  Stadio Grande Torino, ore 15 IN TV: Rai 2 ARBITRO: Abisso di Palermo.  Guardalinee: Galetto e Cecconi.  Quarto uomo: Piscopo. 
Var: Nasca Avar: Vuoto
Il dubbio, Stefano Pioli se l’è portato in viaggio, ma la decisione finale la prenderà solo oggi. Si comincerà con, in campo, uno tra Muriel e Simeone, ma nell’arco della gara giocheranno entrambi. Sarà possibile la staffetta, eppure non è da escludere nemmeno la soluzione, sempre con tre attaccanti in campo, che li vedrebbe insieme, con l’argentino prima punta e l’altro sudamericano alle sue spalle, in quella che potrebbe diventare la prova generale per un 4-3-2-1 da sfruttare strada facendo. I due attaccanti stanno vivendo due momenti opposti, il tecnico viola lo sa bene. Non potrà essere sbagliato niente, nemmeno sotto il profilo della gestione: anche l’aspetto psicologico, in questo momento, può fare la differenza.
EUFORIA MURIEL. Muriel, l’altra sera in amichevole, in 39 minuti, contro l’Hibernians, ha messo il sigillo sulla prima tripletta in maglia viola, a pochi giorni dall’ufficialità del suo trasferimento, in prestito con diritto di riscatto dal Siviglia. Ha segnato in ogni modo: su calcio di rigore, da fuori area e in un’azione a tu per tu col portiere avversario, dimostrando di non aver smarrito, nonostante i pochissimi minuti accumulati nelle gambe nelle complessive 19 presenze in tutte le competizioni in Spagna, il feeling con la rete. Il colombiano sa bene che il proprio futuro dovrà essere lui a scriverlo: per stare a lungo a Firenze, come si è augurato nel giorno della presentazione, serviranno passaggi vincenti e gol, perché la corsa per l’Europa passa anche da lui. Ha fatto tesoro degli errori commessi in passato, ed ora vuole recuperare il tempo perso. Riprendendo da dove si è fermato, lui che prima di essere ceduto in Spagna (per oltre 20 milioni di euro), con la Samp ha preso parte attiva a 9 gol nelle sue ultime 10 gare, 5 reti, 3 assist e un rigore procurato. La voglia di sorprendere c’è, ma sarà Pioli a scegliere.

QUALE PROSPETTIVA. Simeone dal canto suo deve assolutamente rovesciare la prospettiva. Gli servono i gol, uno dietro l’altro, perché è questo il salto di qualità necessario a trasformarlo da promessa in campione. E dire che la sua stagione, dopo la rete e l’assist al Chievo, era cominciata con la chiamata della Nazionale argentina, festeggiata con un centro al debutto. Poi, ha sì infranto il tabù Marassi, mettendo la firma sulla sua prima realizzazione alla Samp, decisiva per portare a casa almeno un punto, ma è finito come risucchiato dalle sabbie mobili. Proprio a Torino, in campionato contro i granata, lo scorso 27 ottobre, l’argentino ha dovuto fare i conti con la prima esclusione dall’undici titolare della stagione. Ha schiumato rabbia, riuscendo solo, la gara successiva, a procurarsi il rigore con cui i viola sono passati in vantaggio contro la Roma, prima di essere riacciuffati dal sinistro di Florenzi. Gli 877 minuti di digiuno forzato sono diventati peggio di una prigione. Ha spezzato la maledizione con due reti consecutive con Sassuolo e Empoli, lo scorso dicembre, ma subito dopo è tornato nuovamente prigioniero di vecchi fantasmi. Non l’ha aiutato nemmeno l’amichevole giocata a Malta contro Gzira: tra la sfortuna (prodigioso l’intervento del portiere Haber, capace di bloccare il pallone a fil di palo) e l’imprecisione nell’ultimo passaggio ha lasciato il campo scuotendo la testa, arrabbiato con se stesso più di ogni altro. Oggi spera di andare oltre a tutto, lui che dopo aver preso parte attiva a tre gol nelle prime due gare di Coppa con il Genoa, è ancora a secco con la Fiorentina.

fonte:corrieredellosport

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