Cava de Tirreni. Ospedale senza infermieri , i sindacati in agitazione

Cava de Tirreni. Ospedale senza infermieri , i sindacati in agitazione con la direzione generale dell’Azienda Ospedalieria ed Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona. I rappresentanti della Cisl pronti a lanciare l’ultimatum: «Senza nuove assunzioni non si potranno assicurare il funzionamento di tutti i reparti. Si rischia il collasso». Si profila un anno difficile quello appena iniziato per l’ospedale Santa Maria Dell’Olmo. Alla carenza cronica di infermieri e oss (operatori socio sanitari che integrano le funzioni di infermieri semplici) si aggiungono le «perdite» per il prepensionamento di chi raggiungerà la quota cento. La situazione già difficile per diversi reparti, primo fra tutti il pronto soccorso, diventerebbe drammatica con il rischio di compromettere lo stesso funzionamento delle divisioni. Le prossime ore sembrano decisive e vedono i rappresentanti sindacali in prima linea per riuscire ad ottenere rassicurazioni e vincere una partita ormai in bilico da troppo tempo. «È un anno difficile e decisivo per il nostro ospedale – spiega Gaetano Biondino della Cisl – Ci sono forti carenze di infermieri ed oss. L’alternativa sembra scontata, o si procede con nuove assunzioni altrimenti non si può garantire il funzionamento dei reparti».
I RIANIMATORI
Da qui la scelta di una serie di incontri con la direzione del San Leonardo – che sembra aver dato segnali positivi – per cercare di trovare una soluzione. Le carenze riguarderebbero anche il comparto medico. In cima alla lista restono le figure dei rianimatori sempre in numero inferiore rispetto a quelle che sono le necessità. Sono giorni di attesa anche per il destino di molti reparti, vista la nuova stesura dell’atto aziendale. La chirurgia generale ha perso la sua denominazione di divisione universitaria, ritornando ad essere ospedalieria. Il «declassamento», di fatto, toglie solo l’opportunità agli specializzandi del Ruggi di seguire il tirocinio al Santa Maria del Rovo, ma non limita le prestazioni chirurgiche. Si spera che non ci sarà un ulteriore ridimensionamento. Stesso discorso per altri reparti per cosi dire in bilico che potrebbero vedere cambiate le loro denominazioni e le loro funzioni. Al momento, almeno per quanto concerne il mamtenimento delle divisioni e dei servizi, predomina un cauto ottimismo.

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