Allarme inquinamento da botti di Capodanno. Tra Posillipo e Sorrento livelli di diossina pari a quelli di 120 inceneritori

Anche quest’anno, nonostante le ordinanze emesse dai vari comuni, non si è rinunciato a salutare l’arrivo del nuovo anno con i tanto amati (da alcuni) e molto odiati (da altri) botti di Capodanno. Le campagne di sensibilizzazione contro i botti si sprecano, sui social tantissimi i post che invitano a non sparare, ma tutto sembra cadere nel vuoto quando, appena scoccata la mezzanotte, inizia quella che sembra una vera guerra che, purtroppo, miete ogni anno le sue vittime. Ora il Corriere della Sera, in un articolo molto interessante, ha concentrato l’attenzione su un altro aspetto legato ai botti di Capodanno, quasi sempre dimenticato. I botti che vengono esplosi nella notte del 31 dicembre rappresentano una fonte enorme di inquinamento da diossina, polveri sottili e metalli, provocando un vero e proprio disastro ambientale in tutta Italia e, in modo particolare, a Napoli che detiene il triste primato di città nella quale si spara di più nella notte di Capodanno. In base ad uno studio condotto su dati relativi al Capodanno 2005, i botti esplosi nel Golfo di Napoli, tra Posillipo ed il Capo di Sorrento, hanno rilasciato nell’aria una quantità di diossina spaventosa che sarebbe paragonabile a quella rilasciata in un anno intero da 120 inceneritori. A pagare maggiormente le conseguenze sono le persone affette da problemi cardiaci e da asma, ma anche chi gode di una salute di ferro non trae certo beneficio dal respirare un’aria così altamente inquinata. Quindi, festeggiare va bene, ma con un occhio alla salute nostra e della nostra terra.

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