Maiori, revoca terminal bus SITA: la nota di Civitas 2.0 e Orizzonte Maiori sull’ultimo consiglio comunale

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Le ultime vicende politiche a Maiori sulla revoca del terminal bus SITA, hanno visto un ripiegamento sulle proprie decisioni del consigliere di maggioranza Andrea Gatto, che nel consiglio comunale dello scorso 29 novembre si era astenuto dal voto. Dopo circa un mese, l’impasse sulla revoca del terminal bus SITA di pubblica utilità (questione su cui era stato chiesto un consiglio comunale monotematico da parte delle minoranze) si risolve nel consiglio comunale  di ieri con il voto contrario di Gatto, che si unisce al parere espresso dai colleghi della maggioranza. In queste ore, i gruppi consiliari Civitas 2.0 e Orizzonte, hanno pubblicato questa nota relativamente sugli ultimi eventi:

NON E’ “COSA LORO”
Sulla revoca del terminal bus SITA al demanio nel Consiglio Comunale di ieri si è consumata l’ennesima farsa di questa amministrazione allo stadio terminal….e.
Erano le 10.30 di un giovedì lavorativo in pieno periodo natalizio, senza che i maioresi sapessero nulla. Probabilmente ad evitare che qualche cittadino, di Via Nuova Chiunzi o meno, potesse far sentire la propria presenza mentre si discuteva sulla sua pelle.
O più probabilmente per evitare ulteriore imbarazzo al capogruppo di maggioranza per la marcia indietro con cui ha votato contro la revoca del provvedimento, che lui stesso aveva richiesto per iscritto ai suoi amici.
Quello che più colpisce sono le argomentazioni del consigliere Gatto che, sorvolando sul suo ruolo eminentemente politico di capogruppo di questa sottospecie di maggioranza, afferma ancora una volta di non essere un “politico” e che “i panni sporchi si lavano in famiglia”.
Per la verità, in famiglia si lavano i panni sporchi propri, non quelli di tutti, e questi “panni sporchi” possono compromettere il futuro della vita quotidiana di centinaia di cittadini.
Lo avevamo detto nell’ultimo manifesto… sono contro i cittadini, a tutti i costi: per salvare la sua maggioranza ridotta a lui stesso, a cinque stipendiati coi soldi nostri in Giunta e ad una residua consigliera semplice, tradisce le sue convinzioni e condanna un pezzo di città.
Dispiace dirlo… patetico.
Tanto da lamentarsi che la letterina con cui chiedeva la revoca sia arrivata nelle mani dei consiglieri di opposizione, dimenticando anche che una volta indirizzata a Sindaco e Segretaria comunale, l’atto – disgraziatamente anch’esso “politico” – diventa di pubblico dominio.
Patetico lui, tristissimi i suoi compagni di merende, silenziosi e interessati solo a restare dove sono.
Tutti dovremmo cominciare a chiedercene il perchè!

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