Di Maio incalzato, il padre chiede scusa su Facebook

Di Maio incalzato, il padre chiede scusa su Facebook. Un pressing mediatico contiuo sul padre del vice premier del Movimento Cinque Stelle su tutto, lavori in nero, abusi, debiti.. insomma spulciato a più non posso, sembra quasi una coincidenza con gli attacchi alla stampa fatti da Di Maio e queste inchieste, ma il padre alla fine chiede scusa come riporta Gigi Di Fiore su Il Mattino di Napoli
Va in video su Facebook. Registra le sue spiegazioni, leggendo un testo scritto in precedenza. Antonio Di Maio, dopo le sue generiche dichiarazioni dei giorni scorsi, finalmente entra in parte nel merito delle vicende che lo coinvolgono emerse nell’ultima settimana. L’esordio è dimesso ed è subito un’ammissione: «Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori. Chiedo scusa per gli errori, chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato e agli operai che hanno lavorato senza contratto».
IL FIGLIO
Antonio Di Maio cerca subito di tenere fuori il figlio Luigi da ogni cosa. «Non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla» dice. Un piccolo imprenditore, in difficoltà per un periodo di crisi, che ha commesso degli errori che ora riconosce e che si sente trattato dai media come «un pericoloso criminale»: è questo il quadro che il padre del vice premier descrive di se stesso. Ammette di aver «lasciato qualche mattone e dei sacchi con materiale edile e altre cose» sui terreni visionati dagli agenti della polizia locale di Mariglianella. Ma non entra nel merito degli abusi edilizi di via Umberto, al centro del rapporto inviato, come notizia di reato, da Andrea Mandanici, comandante della polizia locale di Mariglianella, alla Procura di Nola. È uno dei nodi non sciolti nel video, se gli uffici comunali di Mariglianella hanno avviato la procedura per definire un’ordinanza di demolizione dei quattro manufatti ritenuti abusivi dopo la ricognizione di venerdì. Partiranno presto le notifiche ad Antonio Di Maio e alla sorella Giovanna, che risiede a Reggio Emilia, proprietari dei manufatti, che non sono sotto sequestro perché in uso con attrezzi e altri oggetti. Negli atti comunali, si dice che tre di quei quattro manufatti, realizzati senza permessi né concessioni, risalgono ad un periodo compreso tra il 2012 e il 2015. Nulla di pregresso, quindi. Chi li ha costruiti? Probabile che il geometra Antonio Di Maio, già titolare dal 1995 al 2006 di una ditta edile individuale, abbia utilizzato operai al lavoro nell’azienda Ardima di proprietà, dal 2006 al 2013, della moglie e poi dal 2014 dei suoi due figli. Manufatti realizzati da singoli operai sotto il controllo del geometra Di Maio, o sono state utilizzate attrezzature di proprietà dell’Ardima? Interrogativi che, alla luce delle iniziative del Comune di Mariglianella investiranno l’attività conoscitiva della Procura di Nola, guidata da Anna Maria Lucchetta. Di fatto, il padre di Luigi Di Maio si assume la responsabilità solo di possibili «reati ambientali», legati ai sequestri delle tre piazzole con scarti edili sul suo terreno.
L’EQUITALIA
Un altro nodo non sciolto nel video di Facebook riguarda tutta la controversa successione societaria della ditta di famiglia, collegata ai debiti con l’Equitalia. Per undici anni, Antonio Di Maio ha avuto intestata, come ditta individuale a suo nome, un’impresa edile. Ammette di averla chiusa nel 2006 «per debiti tributari e previdenziali che non era in grado di pagare». Debiti con il fisco che bloccarono l’attività imprenditoriale, ripresa poi con una nuova ditta, l’Ardima, intestata stavolta alla moglie Paolina Esposito, allora docente di lettere alle scuole superiori. Antonio Di Maio mette le mani avanti: «Non ho sottratto i miei beni alla garanzia dei creditori, tanto è vero che, 4 anni dopo, nel 2010, l’Equitalia iscrive ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella».
Un aspetto su cui la Procura di Nola probabilmente dovrà occuparsi, acquisendo le documentazioni. E i fascicoli investigativi, oltre a quello su presunti reati ambientali legati alla presenza di materiali di risulta non inviati a discarica, nonché a quello sulle informative della polizia locale di Mariglianella che riguarda gli abusi edilizi, potrebbero diventare tre. E l’ultimo potrebbe contenere l’ipotesi più delicata: l’elusione fiscale. Su cui, sempre nel suo video, dice Antonio Di Maio: «Mia moglie ha avviato una nuova attività di impresa che ha pagato regolarmente le tasse. Quindi non c’è stato nessun intento elusivo. Né elusione di imposte sui redditi prodotti dalla nuova ditta di mia moglie, né sottrazione della garanzia patrimoniale per i miei debiti pregresse alle pretese dei creditori». Su questo, la Procura di Nola potrebbe avviare un fascicolo conoscitivo partendo dalle notizie di stampa. Sul video di spiegazioni su Fb di Antonio Di Maio, il gruppo Pd, attraverso molti suoi esponenti, chiede invece che «il vice premier riferisca in Parlamento» Nello stesso video, l’ultimo pensiero di Antonio Di Maio è proprio per il figlio Luigi: «Mi dispiace per tutto quello che sta passando» conclude.

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