Il galateo bizzarro per gli Scavi di Pompei fra i divieti, girare in bikini e con gli ombrelli. Oggi mostra sugli Etruschi con Osanna

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Il galateo bizzarro per gli Scavi di Pompei fra i divieti, girare in bikini e con gli ombrelli. Oggi mostra sugli Etruschi con Osanna Tra proibizioni severe, e in certi casi bizzarre, i visitatori, da oggi in poi, avranno vita dura. Per cominciare, è vietato girare per le domus seminudi e con l’ombrello: i trasgressori «saranno puniti secondo le norme in materia amministrativa e penale e immediatamente allontanati dal Parco Archeologico». D’estate, il 90 per cento dei turisti di sesso maschile gira per le antiche vestigia senza maglietta e le donne indossano una minigonna o degli shorts e un top succinto: la scommessa sarà, per i custodi, convincere 15mila persone al giorno a rivestirsi o lasciare il sito. Altro divieti sono meno originali, dato che invitano a un minimo sindacale di rispetto del luogo che si sta visitando. È vietato, in particolare, avvicinarsi eccessivamente e toccare oggetti, affreschi, arredi; è vietato – ovviamente – deturpare con oggetti appuntiti, pennarelli, matite, vernici pavimenti, muri, arredi antichi, affreschi, panchine, statue, fontane, banconi e qualsiasi altra superficie. Non si può salire o arrampicarsi sui muri, sulle fontane, sui banconi e su qualsiasi struttura o arredo antico, abitudine invalsa negli ultimi tempi soprattutto per scattare i famigerati selfie. Non si può accedere alle aree delimitate da transenne e dissuasori; scavalcare transenne, recinzioni, dissuasori; aprire cancelletti chiusi o accostati e sostare sui cigli degli scavi. Non si possono consumare alimenti al di fuori dei luoghi appositamente predisposti. Non si possono introdurre attrezzature ottiche e audio di tipo professionale (telecamere, microfoni, mixer audio). Ancora: è vietato introdurre cani di grossa taglia (oltre i 25 chilogrammi) anche se al guinzaglio e con museruola; gli animali ammessi dovranno essere dotati di guinzaglio e tenuti in braccio all’interno degli edifici.
IL DEPOSITO BAGAGLI
Finito? Nient’affatto. Il codice del «turista perfetto», redatto dal direttore generale del Parco Archeologico, Massimo Osanna, pone il veto sull’introduzione di mezzi di qualsiasi tipo (anche elettrici), compresi biciclette e monopattini. Ancora, è vietato entrare con zaini, valigie e borse voluminose ed altri oggetti ingombranti, che devono essere lasciati al deposito bagagli (il servizio è gratuito). Al deposito vanno messi anche gli ombrelli, considerati oggetti potenzialmente contundenti per via della punta che può danneggiare affreschi e monumenti. Come per le tenute da mare, la questione pone qualche problema organizzativo. Quando piove, infatti, è difficile convincere chi se ne va in giro a rinunciare all’ombrello: da oggi tutti dovranno munirsi di impermeabili con il cappuccio. Le guide, poi, abituate ad innalzare ombrelli colorati per farsi identificare dal gruppo che accompagnano, dovranno trovarsi un altro vessillo.
Ancora: parlare ad alta voce, non si può. Come correre o disturbare in qualsiasi modo gli altri visitatori. Succede che nel foro i giovanissimi si mettano a giocare a pallone: non potrà succedere mai più. Guai a fumare al di fuori degli spazi consentiti. Non è possibile cogliere qualsiasi tipo di frutto o fiore, accendere fuochi, gettare sigarette accese o comunque tenere comportamenti che possano provocare rischio incendio. Scavare buche. Entrare con abiti da cerimonia, maschere e costumi. Esibire bandiere e vessilli. C’è poi il codice delle responsabilità. La direzione del Parco Archeologico le declina e passa la palla ai visitatori: «I percorsi interni al sito, coincidendo per la quasi totalità con la città antica, presentano dislivelli e altezze variabili e discontinuità più o meno marcate. Dovrà, pertanto, essere usata la massima cautela e attenzione. Eventuali danni a persone o cose, derivanti dalla tenuta di un comportamento poco diligente e prudente, esulano da ogni responsabilità dell’amministrazione; si esclude, pertanto, ogni pretesa risarcitoria a carico del Parco Archeologico. Inoltre, tenuto conto della naturale fragilità del sito dovuta alla storicità delle strutture, esulano da ogni responsabilità dell’Amministrazione eventuali danni a persone o cose provocati da casi fortuiti e non dovuti ad incuria».
LA POLEMICA
Oggi il primo banco di prova per i turisti, mentre si inaugura la mostra «Pompei e gli Etruschi» nella Palestra Grande. La mostra è curata dal direttore generale Massimo Osanna e da Stéphan Verger, directeur d’études à l’École Pratique des Hautes Etudes; è promossa dal Parco Archeologico di Pompei con il supporto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Polo Museale della Campania e l’organizzazione di Electa. Osanna, per garantire la sicurezza nel sito archeologico che conta 4 milioni e mezzo di visitatori, ha dotato la città sepolta di metal detector e guardie private armate, che collocherà ad ogni ingresso delle antiche vestigia. Questa ultima circostanza ha sollevato le ire dei sindacati che, questa mattina, manifesteranno davanti a Porta Anfiteatro. «Sono stati noleggiati con contratto trimestrale dei metal detector al costo di 18mila euro e relative guardie giurate private per controllare gli ingressi – spiega Maurizio De Martino della Usb – mortificando gli assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza del Mibac. Basta con le esternalizzazioni». De Martino denuncia anche i ritardi dell’espletamento del bando per l’assegnazione dell’appalto del verde del sito. «Sono mesi che i giardinieri non percepiscono stipendio, per la scadenza del contratto e in attesa del nuovo bando. Queste ritardi danneggiano gravemente i lavoratori. Il direttore generale Osanna nonostante abbia sempre garantito, in ogni sede, il mantenimento dei posti di lavoro, ha affidato in maniera temporanea il servizio del verde ad una società che si avvale della manodopera di altri operai».

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