Colonie feline a Positano e Costiera amalfitana abbandonate dall’ASL e istituzioni, salvo Ravello

Colonie feline a Positano e Costiera amalfitana abbandonate dall’ASL e istituzioni. E’ tutto sulle spalle dei privati volontari, neanche di associazioni, nell’indifferenza generale. La cosa, dobbiamo dire per nostra colpa, ma anche di chi non ci chiede aiuto visto che Positanonews è da sempre vicino a queste tematiche, la abbiamo scoperta per caso quando ci hanno riferito che per sterilizzare i gatti si va a Sorrento a spese proprie , e quando si parla di colonia felina parliamo di centinaia di euro, mentre in Penisola Sorrentina i veterinari dell’ASL si mettono a disposizioni, in Costa d’ Amalfi l’ASL non ha predisposto il servizio. Una cosa incomprensibile, ovviamente dipenderà dalla Regione Campania che non da i fondi all’ASL di Salerno per queste incombenze, qualcuno ci dicono che va a Cava de Tirreni, ma a parte che è un viaggio non si capisce come mai bisogna andare li e come e quando, qualcuno ci dice che non è certo che neanche a Cava fanno queste famose sterilizzazioni. La curiosità è questa, bisogna cambiare provincia e a Napoli si e qui no? Chiediamo alle associazioni se si possa derogare per chi è di Positano e Praiano almeno, vista la vicinanza, e poter chiedere la sterilizzazione presso l’ ASL di Sant’Agnello o il servizio veterinario della Penisola Sorrentina dove , ci riferiscono, tali sterilizzazioni vengono effettuate.

Anche i Comuni potrebbero intervenire , ma vanno compulsati.

L’unico comune della Divina che si è impegnato è quello di Ravello guidato dal sindaco Salvatore Di Martino dove c’è stata una  campagna di contenimento della colonia felina attraverso interventi di sterilizzazione che hanno interessato fino ad oggi oltre 50 animali. Promossa dal Comune di Ravello, con il prezioso contributo di alcuni cittadini, l’iniziativa è tuttora in atto e proseguirà anche nei prossimi mesi.

Ad occuparsene è l’unità operativa di randagismo dell’Asl di Salerno che sta operando sul territorio insieme all’associazione UNA (Uomo-Natura-Animale) “Carmine Longo” di Pontecagnano.

Le zone interessate sono al momento quelle di via Roma, via Trinità e via San Giovanni del Toro dove le colonie feline sono particolarmente produttive. Dal 12 marzo scorso, data di inizio della campagna di contenimento della colonia felina sono stati sterilizzati oltre 50 animali. Un risultato importante che ha consentito una forte riduzione del popolamento felino della città.

Siamo a disposizione mandate mail a direttore@positanonews.it o whatsapp 3381830438 abbiamo dei casi segnalateci e non sanno come fare. GRAZIE

MA COSA SONO LE COLONIE FELINE?

I gatti nelle città vivono in gruppi definiti “colonie feline”. Questi gruppi, composti da un numero più o mene numeroso di soggetti, sono vere e proprie aggregazioni strutturate legate ad un luogo, “territorio”, in cui i gatti trovano le risorse necessarie per sopravvivere, cibo e rifugi adatti, e per riprodursi. Di conseguenza quando un gruppo di felini si “impossessa” di un territorio, lo difende dall’intrusione di gatti estranei.

All’interno della stessa colonia sono presenti sia maschi che femmine; queste ultime formano gruppi matriarcali composti da gatte, generalmente imparentate tra loro, insieme a piccoli e a maschi non ancora maturi sessualmente.

I membri del gruppo si riconoscono tra loro probabilmente per un “odore tipico della colonia”; un gatto nuovo viene inizialmente rifiutato e allontanato con eccezione a volte dei gattini o di gatti anziani.

Tra le femmine si osservano spesso comportamenti amichevoli, quali strofinarsi con la coda alzata, toccarsi il naso, pulirsi reciprocamente, dormire assieme fino instaurare una vera e propria cooperazione per l’allattamento e l’accudimento dei gattini.

Comportamenti amichevoli si osservano anche tra le femmine e maschi adulti ma non tra maschi adulti dello stesso gruppo tra cui si instaura una sorta di tolleranza reciproca regolata da una gerarchia con presenza di soggetti dominanti. Tali soggetti, di solito i maschi più grossi e aggressivi, sono in grado di annunciare e imporre il proprio status mediante l’occupazione di luoghi specifici e con priorità nell’alimentarsi. All’interno della colonia gli scontri gravi sono comunque rari, mentre sono più frequenti i combattimenti “ritualizzati” con minacce ma senza scontro finale

Le colonie feline sono ufficialmente riconosciute dalla Legge n. 281 del 14/8/91 e dalla Legge Regionale 27 del 7/4/200 che all’Art 29 – Protezione dei gatti, che testulmente cita:

  • I gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat. S’intende per habitat di colonia felina qualsiasi territorio o porzione di territorio, urbano e non, edificato e non, sia esso pubblico o privato, nel quale risulti vivere stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal numero di soggetti che la compongono e dal fatto che sia o meno accudita dai cittadini. via stipula di apposita convenzione.
  • I Comuni, le Aziende USL con la collaborazione delle associazioni censiscono le zone in cui esistono colonie feline.
  • Le associazioni animaliste possono richiedere al Comune, d’intesa con l’ AUSL, la gestione delle colonie feline, per la tutela della salute e la salvaguardia delle condizioni di vita dei gatti,
  • La cattura dei gatti che vivono in stato di libertà è consentita solo per comprovati motivi sanitari e viene effettuata dai servizi per la protezione ed il controllo della popolazione canina e felina o da volontari delle associazioni
  • I gatti in libertà sono sterilizzati dai Servizi Veterinari dell’ AUSL. I gatti sterilizzati, identificati con apposito contrassegno o tatuaggio al padiglione auricolare destro, sono reinseriti nella loro colonia di provenienza e nel loro habitat originario.
  • Le strutture di ricovero per gatti sono riservate a felini con accertate abitudini domestiche, non inseribili in colonie feline. I Comuni devono prioritariamente favorire e tutelare le colonie feline.
  • La soppressione dei gatti che vivono in stato di libertà può avvenire solo per motivi di grave e incurabile malattia o comprovata pericolosità

Le persone che si occupano delle colonie, sia fornendo cibo e cure, sono in genere privati cittadini o volontari appartenenti ad Associazioni animaliste.

Fondamentale che si seguano norme igienico-sanitarie per la gestione della colonia quali:

  • distribuire il cibo a ore fissate in modo che i gatti consumino subito tutto l’alimento senza che questo rimanga inutilizzato attirando topi o altri infestanti;
  • usare ciotole per la somministrazione del cibo usa e getta da rimuovere quanto prima;
  • sceglie cibi adatti;
  • creare dei punti di alimentazione al riparo dagli agenti atmosferici (sole e pioggia);
  • individuare luoghi adatti per i ricoveri e se questi sono situati in luoghi privati, concordarli con i proprietari;
  • tenere sempre pulito.

I Comuni, d’intesa con le AUSL e le Associazioni animaliste provvedono a censire le colonie feline al fine di tutelarne la salute e il benessere degli gatti che le compongono e la tutela della salute pubblica mediante il controllo e la prevenzione delle zoonosi.

(materiale tratto dalle “Schede tecniche informative sugli animali da compagnia” )

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