Vico Equense. Il Prof. Franco Cuomo dei Vas riceve un riconoscimento per il suo impegno: “Continuerò a farlo fin quando avrò la forza!” foto

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Vico Equense. Per l’Ottava edizione del Premio Internazionale Verde Ambiente, dell’Associazione Verdi Ambiente e Società Vas Onlus, il prof. Franco Cuomo, coordinatore dei Vas di Vico Equense, ha ricevuto oggi pomeriggio, nel Municipio di Sorrento, un riconoscimento per l’impegno civile ed ambientale dimostrato nella tutela del Bene Comune da preservare e difendere per le generazioni future.

“Un riconoscimento per un lavoro che svolgo quotidianamente da quindici anni – dichiara il prof. Franco Cuomo, coordinatore cittadino dei Vas di Vico Equense. – Avrei voluto dire molto di più, ma temevo di rubare spazio agli altri che poi sono venuti dopo di me e che alla fine lo hanno rubato a me, ma fa niente, l’importante è il valore che si da alle cose, e io dò a questo premio, non il peso di un punto di arrivo, ma lo sprone a fare sempre di più per difendere la mia, la nostra terra. Essere cioè testimonianza per chi verrà.

E’ un premio che ho dedicato alla memoria di Giovanni Esposito, ingegnere col quale nel 2003 cominciammo l’avventura VAS, la difesa ad oltranza del PUT, contro i tentativi, andati tutti a buon fine del suo smantellamento ad opera di leggi regionali partorite dal centro sinistra. Allora il mio riferimento era Antonio D’Acunto, ingegnere pure lui, intellettuale raffinato  e scrittore instancabile, un’autentica roccia e baluardo per le battaglie civili e per l’ambiente, poi dopo la sua dipartita, ho conosciuto Guido Pollice, il senatore Guido Pollice, un ottantenne dolce e gentile sempre, sempre disponibile, ma anche ferreo nelle sue decisioni, dalle gradi capacità organizzative e questo premio alla sua ottava edizione ne è un esempio; e poi tutti gli altri compagni della grande famiglia VAS. 

Con l’ingegnere Esposito definimmo subito l’ambito di intervento sul quale agire, qui a Vico Equense: il consumo di suolo, l’abusivismo, tollerato e incrementato dalle amministrazioni comunali; quel consumo di suolo e quell’abusivismo edilizio cosi strettamente collegato ad infiltrazioni camorristiche nella nostra terra; la lotta allo sventramento e alla distruzione di agrumeti e uliveti storici, patrimonio ormai perduto e insostituibile nel nostro territorio, per far posto ad inutili quanto eccedenti box per auto, tanto da far coniare un termine: BOXLANDIA. La costiera sorrentina era diventata nel giro di dieci anni boxalndia, e c’è ancora  chi continua a farne. Poi avevo, ho ancora, il mio blog, sul quale riportavo i nostri interventi, le nostre denunce, spesso finite nel dimenticatoio della Procura e poi forse prescritte, ricorsi al TAR: quello dell’ecomostro di ALIMURI, e ancora opposizioni e denunce contro opere inutili che, dopo aver deturpato il territorio, dopo anni sono ancora lì, in tutta la loro devastante inutilità, penso alla strada del depuratore nel Rivo D’Arco devastato da costruzioni senza regole: un enorme serpentone di cemento, la dove una volta c’era una verde valle. 

Per anni affiancavo questo mio impegno anche al lavoro di docenza che svolgevo presso la facoltà di architettura dove tentavo di spiegare come fosse importante la necessità di un’etica ambientale, ovvero, di distaccare gli oggetti naturali: alberi, suolo, mare, spiagge, dal loro valore economico e considerarli portatori di valore in quanto tali. 

Oggi a chi chiede perché in Germania i GRUNEN, i VERDI, hanno avuto quel grande successo elettorale, mentre in Italia non abbiamo nessuna rappresentanza verde in parlamento , rispondo che in Germania, ma in tutti i paesi del nord Europa, è fortemente radicata in ogni cittadino un’etica della responsabilità che investe, prima addirittura delle singole soggettività, il rapporto con il territorio, con gli alberi, con i fiumi, con il mare, con la preservazione del suolo. 

Oggi molti compagni mi hanno lasciato solo per strada e l’Italia è un paese che sta regredendo verso vecchie e nuove barbarie. Il compito per chi voglia difendere ambiente, territorio, diritti civili, perché l’acronimo VAS, significa appunto: VERDE, AMBIENTE e SOCIETA’, oggi è diventato più duro e le battaglie più pericolose, ma vale sempre, oggi più che mai, la pena di farle. 

Così, questo premio che mi onora, non è un punto di arrivo, ma mi vuol dire di continuare. Bisognerebbe che tutti lo facessero, come ha detto ieri il giovane e battagliero don Antonio Coluccia, che ha fondato un centro di accoglienza in un bene espropriato alla mafia: “bisogna mettersi in gioco e rischiare, assumendo su di sé la responsabilità verso gli altri, dove altri è anche ambiente e territorio”. Ecco, io continuerò a farlo fino a quando avrò la forza e dunque il mio grazie per questo premio, va proprio a chi me lo ha dato, io dico, non  per meriti, ma per ricordarmi di mai abbassare la guardia. GRAZIE!”.

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