FNSI flash mob contro M5S. Ciro Pellegrino “Non partecipo, io sono giornalista non opposizione politica”

Più informazioni su

    FNSI flash mob contro M5S. Ciro Pellegrino “Non partecipo, io sono giornalista non opposizione politica”. Condividiamo questa riflessione del collega di Fan Page di Napoli, in effetti, come lui ha ricordato, ma non altri giornalisti, titolo aggressivi e sessisti contro Virginia Raggi sindaca di Roma, tipo la “Patata bollente”, per dirne uno e non andare oltre, sono stati all’ordine del giorno. Nessun sindaco ha ricevuto tanti attacchi neanche un minuto dopo l’insediamento, un movimento politico, il Movimento Cinque Stelle, il più votato dagli italiani, non può essere attaccato a prescindere solo perchè vogliono tagliare i finanziamenti agli editori che non siano “puri”, cioè che non abbiano altre attività oppure siano semplicemente giornali direttamente o indirettamente di partito, come la gente oramai sa e ha capito, e questo ha minato il ruolo e la dignità della professione, , va attaccato chi minaccia la libertà di stampa e chi offende chi lavora e su questo siamo d’accordo, ma non si può arrivare a fare di tutta la classe dei giornalisti l’opposizione al Governo o a un partito o a un movimento politico, non è questo che riteniamo sia il ruolo del giornalista, anzi questa posizione rafforza la convinzione che i giornalisti sono di parte, nessuno ha pensato che questa posizione , anche se ha molti motivi per essere giusta , peggiorerà la considerazione che avrà il popolo della professione? Ma questi devono raccontare i fatti o fare politica che interessi hanno? E questo che pensa o potrebbe pensare la gente.

    Ecco l’intervento di Pellegrino

    Cara FNSI, Federazione della Stampa, sindacato unico (ma non unitario, a quanto so) dei giornalisti, t’avverto:
    io non partecipo ad alcun « flash mob» contro chicchessia.
    Mi presento: sono quello che, qualche anno fa, insieme ad altri colleghi, occupò la sede del sindacato chiedendo di appoggiare una battaglia sull’equo compenso. Un atto nobile e disperato. Furono chiamati i carabinieri, proprio da voi. Chi di voi lo fece oggi è diventato rappresentante degli editori. Gli altri sono rimasti tutti lì.
    Ma non vi porto rancore, sono ancora iscritto al sindacato.

    Dicevo: niente flash mob per me. Perché sfoderare uno striscione, contro chi? Grillo, Casalino, Di Battista, Casaleggio, Di Maio? Io non sono l’opposizione politica nel Paese, io sono un giornalista.
    D’Alema ci definí iene, i vecchi DC coniavano nomignoli, Vincenzo De Luca ci disse che dovevamo ricacciarci in gola le cose scritte o dette. Scendemmo in piazza? No. Facemmo parlare i pezzi. Come sempre, cari colleghi, la nostra risposta è l’atto per il quale abbiamo scelto di trovarci giornalisti: le notizie. Le notizie non forzate, le notizie inscritte in un rispetto etico deontologico che molti colleghi hanno scordato.
    Perché dovrei scendere in piazza per difendere pure i titoli di Libero o del Giornale? Io quei titoli li condanno, mi fanno schifo. Anche quelli sulla Raggi.
    E a voi fanno schifo, sí?
    Si fosse trattato di difendere un singolo l’avrei fatto, l’ho sempre fatto: 100 contro uno è squadrismo.
    Ma l’intero gruppone non mi rappresenta.

    Se proprio volete fare qualcosa, raccogliete tutti gli insulti ai giornalisti perbene prodotti dai 5 stelle e fateli conoscere nel mondo: traducete, diffondete.
    Che l’Italia 2019 scenda un altro gradino nella classifica della libertà di stampa, quelle stesse classifiche che il M5S tanto citava quando accusava di essere censurato dalla Rai.

    A proposito: una parola sulla lottizzazione?
    A proposito: una ispezione Inpgi su tutti gli addetti Stampa pentastellati?
    A proposito: quando vedró nome e cognome di colleghi autori o direttori di giornali coi titoli razzisti o sessisti, sanzionati non con la debole legge che purtroppo regolamenta quest’aspetto (ah, ho letto la riforma: fa schifo) ma con una operazione sputtanamento da parte del sindacato?

    Io non scendo in piazza, perché la piazza presuppone un’idea comune di giornalismo. Questa idea comune non c’è. I 5 Stelle non sono stronzi, lo sanno benissimo. E su questo aspetto lavorano da 10 anni. Ma voi lo sapete benissimo come la pensano: non siete da mesi in stretti rapporti col Sottosegretario Vito Crimi per scongiurare i tagli ai giornali che usufruiscono del contributo pubblico?

    Ma quale piazza! Bisogna lavorare dentro gli uffici e nelle redazioni. E difendere il piccolo collega sperduto che dal comune dell’entroterra italiano scrive il suo pezzo. I grandi gruppi editoriali hanno già come difendersi. Prendete la grande lezione di Giuseppe Di Vittorio e fate la vostra parte.
    Noi siamo tornati ai tempi dei braccianti, ve ne siete accorti?
    Buona mobilitazione.

    Più informazioni su

      Commenti

      Translate »