Controlli nella struttura di Punta Gradelle: contestate numerose violazioni della normativa

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Vïco Equense/Capri – Il depuratore di Punta Gradelle finisce sotto la lente di ingrandimento di Asl Napoli 3 Sud e Procura di Torre Annunziata. Riscontrate forti criticità in materia di sicurezza sul lavoro e numerose irregolarità, per la salubrità degli ambienti. Spunta un verbale esplosivo dell’azienda sanitaria locale in cui vengono riepilogate tutte le contestazioni mosse sull’impianto realizzato dalla Regione Campania e che a breve verrà trasferito a Gori. Al momento la gestione ricade su Veolia, una delle imprese costruttrici. Dopo l’inaugurazione in pompa magna dell’estate scorsa e le feste per le Bandiere blu assegnate a Sorrento, Massa Lubrense e Piano di Sorrento, ora iniziano i problemi: evidentemente, si temono provvedimenti duri. Addirittura, si era sparsa la voce di un possibile sequestro dell’area. Scenario horror, che procurerebbe un disastro ambientale visto che rimpianto è usato per smaltire i fanghi di quasi tutti i Comuni della penisola sorrentina. Eppure, le violazioni all’interno del depuratore vennero già riscontrate in estate e nonostante due proroghe la situazione non è migliorata.
Le irregolarità 
Tutto parte il 2 agosto. A Punta Gradelle vengono effettuati dei controlli. In prima linea ci sono gli esperti del servizio di igiene e medicina sul lavoro dell’Asl Napoli 3 Sud. Il responso è altamente negativo. Si parla di «una serie dettagliata di criticità» sul mancato rispetto di talune prescrizioni a tutela dei lavoratori. Che in particolare riguardano «sistemi di pronto soccorso, organizzazione del lavoro, utilizzo di automezzi diesel e benzina in ambiente sotterraneo, uso di dispositivi di protezione individuali, problematiche di rumore e microclima».

Mentre per le «altre criticità legate a sicurezza, esplosione incendi, relativi al tunnel di accesso e per l’impianto di depurazione, nonché per la parte elettrica e impiantistica», il personale dell’Asl si rifà anche alla «competenza dei vigili del fuoco». A fronte di questi problemi, vengono concessi 40 giorni di tempo per riportare la situazione alla normalità. Ma non bastano. L’11 settembre parte la richiesta di proroga con «previsioni di miglioramento tecnico-organizzativo». Sei giorni dopo, l’istanza viene accolta. Ma le cose non migliorano. Tanto che il 19 ottobre scorso, ultimo giorno dei termini di prescrizione, viene chiesta l’ennesima proroga, stavolta di 60 giorni. C’è anche una relazione tecnica in cui, a detta di Veolia, si mettono in evidenza «ulteriori miglioramenti circa il ciclo di lavorazione e l’organizzazione lavorativa». Succede così che pochi giorni dopo la documentazione viene riesaminata ed è effettuata un’altra ispezione. Il verdetto? «Le condizioni lavorative e le irregolarità contestate» in data 2 agosto «permangono tutt’ora». L’Asl decide di non concedere ulteriori proroghe perché sono già stati “abbonati” 80 giorni di tempo per mettersi in regola. “Termine – si legge nell’ultimo verbale – di prescrizione” che «ha prodotto dei modesti miglioramenti tecnico-organizzativi ma non ha avviato in concreto e in progetto la realizzazione di procedure e opere che possano eliminare in maniera definitiva le irregolarità contestate». Sono snocciolati, in chiusura, tutti i problemi irrisolti. Innanzitutto, «non sono state apportate modifiche per migliorare il microclima e l’areazione nell’ambiente interrato risultando quindi insufficienti». Senza dimenticare che «vi è emissione di agenti nocivi». A ciò si aggiunge il fatto che «nelle aree di lavoro, dove si possono realizzare spazi confinati, non sono stati realizzati sistemi di monitoraggio in continuo e dispositivi di protezione individuale idonei». Si chiude con altre due irregolarità: automezzi parcheggiati nella galleria e la palazzina – con funzione di ufficio, spogliatoio e servizi – non dismessa. Morale della favola: la mancata ottemperanza a, tutte queste prescrizioni, l’Asl le addebita a Olivier Jenoc, amministratore delegato di Veolia. Gli atti sono stati trasmessi anche alla Procura di Torre Annunziata.
Svolta a Capri
Intanto, a Capri, nei giorni scorsi e entrato in funzione un nuovo impianto per la depurazione delle acque impiegate per il lavaggio degli automezzi impiegati nella raccolta dei rifiuti. L’opera si trova a Gasto, nei pressi dell’isola ecologica comunale. Secondo quanto relazionato dal Comune, l’attivazione di un nuovo impianto si è resa necessaria visto che il depuratore attivato precedentemente non rispondeva alle esigenze legate al servizio Nu a circa mille euro per ogni tonnellata di rifiuti smaltiti.

Fonte: Salvatore Dare e Marco Milano da Metropolis

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