Red Canzian dei Pooh, intervista esclusiva a Positanonews “Difendete la bellezza dei vostri sogni”

Intervista esclusiva a Red Canzian, della storica band dei Pooh. Red Canzian, famoso  cantautore, compositore, polistrumentista e produttore discografico italiano,  ma anche vegano e cultore dei bonasai, insomma una persona davvero molto interessante a 360 grandi. Ecco cosa racconta alla redazione di Positanonews , primo quotidiano online della Costiera amalfitana e Penisola sorrentina. Canzian è stato intervistato da Sofia Milano di Praiano che, con i ragazzi del Lice Classico Marone di Meta , di Positano e Piano di Sorrento, sta facendo l’Alternanza con la redazione .

Parlaci della musica come la vedi oggi 

“La musica ha sempre fatto da colonna sonora ai cambiamenti della società e più questi cambiamenti sono stati veloci e repentini, più la musica prende direzioni che non sempre riusciamo a seguire, a comprendere.

Di sicuro la grande canzone d’autore assomiglia molto poco a questo tempo, e sopravvive a fatica in un mondo fatto di comunicazione fatta di sigle e slogan, di smartphone che sostituiscono la figura di un amico e di un modo di fruire della musica stessa di bassissimo livello qualitativo… se solo paragoniamo il “suono“ di un vinile degli anni ’70 con un Mp3 di oggi ci rendiamo conto della differenza abissale tra i due “prodotti“.

Se poi a questo aggiungiamo la velocità con quale viene consumatala musica, la superficialità dei giudizi e la poca attenzione per i particolari di una canzone, possiamo tranquillamente dire che oggi, grandi artisti come Dalla, De Gregori, De Andrè, Guccini o gli stessi Pooh, avrebbero ben poche speranze di arrivare al successo… anche qualora approdassero ad uno dei tanti conclamati talent.

Ma nel cuore di noi che veniamo la lontano e la musica l’abbiamo sempre suonata “a mano“ non muore mai la speranza di veder ritornare di moda la musica-musica, quella fatta di armonie e melodie… e qualcosa sta forse accadendo, con Ed Sheeran,  ad esempio,che con voce e chitarra acustica riempie gli stadi e affascina con le sue ottime canzoni.”

La storia con i Pooh e in che rapporti state

“Abbiamo deciso di concludere la nostra storia nel modo in cui la nostra storia meritava: alla grande, con un tour che ha incontrato quasi mezzo milione di fans-amici, sparsi per l’italia (oltre che negli Stati Uniti e in Canada). Il nostro percorso era arrivato al capolinea per “cause di forza maggiore“, in quanto Stefano aveva deciso di lasciare la band già nel 2009, e poi, nel 2013, Valerio Negrini e scomparso, prematuramente e inaspettatamente. Entrambi scrivevano i testi delle nostre storie, e il linguaggio dei Pooh era frutto del loro lavoro… non ci saremmo mai riconosciuti in altre parole scritte dai pur eccellenti colleghi che avremmo potuto contattare. E poi, io credo che tutto abbia un inizio e una fine, e forse più di qualcuno dovrebbe prendere esempio dalla nostra scelta, che se pur dolorosa è stata coraggiosa, onesta e intelligente: c’è una fine per tutto e fermarsi quando ancora tutto funziona è da grandi… è una forma di rispetto per la nostra storia e per l’amore che i fans ci hanno dedicato… e che con un finale “in discesa“ saremmo andati a intristire. Il nostro rapporto è sereno, non abbiamo litigato, ci sentiamo e abbiamo ancora tante cose da gestire insieme, come il nostro catalogo discografico ed editoriale. Con il pubblico, poi, ognuno di noi sta mantenendo e coltivando un suo legame personale… ognuno a modo suo, ma sempre con quel rispetto e quella riconoscenza per ciò che abbiamo ricevuto in questi 50 anni.”

 

 

Parlaci dei giovani, come li vedi, che gli consigli

“Io guardo con curiosità ai giovani perché voglio capire in “tempo reale‘ i cambiamenti che viaggiano leggeri nell’aria, e ho capito che solo monitorando  i giovani questo si può comprendere.

Descrivere cosa rende un musicista anche un artista credo sia un’impresa complessa. Tanti suonano e cantano benissimo ma non faranno mai successo. Altri meno dotati arrivano al cuore della gente e spopolano. Perché? Le risposte possono essere tante e ognuna ha bisogno di altre per completare il quadro. Credo che questo sia uno dei mestieri più complicati, dal quale esci vincitore sono se esistono tante altre particolarità… oltre ovviamente al saper cantare o suonare.

Per essere un artista con un senso, devi amare il rapporto con la gente, essere pronto al sacrificio… quando si è nel pieno dell’attività si salta spesso il pasto e si dorme molto poco e si sta per mesi lontano da casa, e poi ancora: può capitarti di non veder nascere tuo figlio perché in quel momento sei a suonare da qualche parte, lontano o può succedere che devi presentare, col solito sorriso, un nuovo disco… il giorno dopo che tuo padre è morto… questo è successo a me.

Ma l’artista è colui che sa delineare i contorni del suo sogno, e ne difende la bellezza… l’artista non è mai vera sregolatezza, non vive in una nebulosa priva di confini… l’artista sa tracciare quel percorso che lo porterà al suo traguardo, quello immaginato e cercato fin da bambino. A me è successo tutto questo… e ancora mi domando se sono un artista o un buon artigiano… ma questo poco importa: quando sono sul palco a fare il mio lavoro sono sicuro di essere nel posto giusto e questo conta… questo basta”

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