Positano. XXVII Festa del Pesce; sulle ali della fantasia

Positano. Si narra che tanto tempo fa, in un giorno di fine settembre, Ulisse, dopo essersi salvato dal canto ammaliatore delle sirene dell’isola de Li Galli, decidesse di fare rotta verso la vicina spiaggia di Fornillo per cercare un po’ di pace per se’ e per i suoi marinai. Era ancora lontano quando incrociò sulla sua rotta la barca di un pescatore che faceva la spola tra il mare e la terraferma dove portava il pesce appena pescato. In vista della spiaggia intravide degli strani fuochi e udì l’eco di sconosciute melodie. Appena mise piede sul tirrenico lido si rese conto che quei fuochi erano in realtà braci su cui si arrostivano pesci e quelle melodie provenivano dai tamburi e dai cembali che un gruppo di musici suonava con perizia. La spiaggia era un brulicare di fanciulle danzanti, di giocolieri, di trampolieri e cantastorie. Da grandi otri si mesceva vino e miele e le donne preparavano cibi succulenti in neri calderoni fumanti per offrirli agli astanti. Ulisse, sorpreso, chiese al vecchio Benito a cosa fosse dovuta tanta profusione di abbondanza e questi gli disse che non appena gli abitanti del luogo avevano avvistato la sua nave erano corsi in spiaggia a preparare una degna accoglienza per lo straniero, senza sapere chi fosse, ma semplicemente perché per loro l’ospitalità era sacra e il forestiero una ricchezza, perché portatore di pensieri ed esperienze nuove. C’erano anche tanti giovani su quella spiaggia e Benito disse che questa loro antica consuetudine ora sarebbe stata affidata a loro e che la sua più grande speranza era che in un lontanissimo futuro altri volti e altre voci sul quel lido avessero riscoperto quella tradizione e fatto rivivere l’antico spirito dell’ospitalità positanese.

 

Arrivederci a tutti alla XXVIII edizione della Festa del Pesce, come sempre l’ultimo sabato di settembre 2019.

 

Paolo Marrone

Commenti

Translate »