Maiori e la tradizione dei Canti Mariani per Santa Maria a Mare

Intervento di Sigismondo Nastri sui Canti Mariani, tratto da un incontro svoltosi nella Collegiata di Santa Maria a Mare

C’è un’indagine sui canti dedicati alla Madonna, a partire dai primi secoli della Chiesa, realizzata da Sergio Militello, musicista e compositore, fondatore del Centro internaziinale di musica sacra. È contenuta nel volume ‘”I primi canti a Maria”, Editrice Vaticana. I canti mariani sono per lo più di matrice popolare, appartengono alla memoria e alla devozione della gente. Non penso – può darsi che sbaglio- ci siano autori riconosciutii (o riconoscibili) dierro molti di questi canti. Forse ci sono autori che li hanno riveduti, rielaborati, altri che li hanno musicati. Tra i canti più diffusi nella Chiesa ricordo “Dell’aurora tu sorgi più bella”, “Evviva Maria”, “Ti salutiamo, Vergine”, “Mira il tuo popolo”, “Andrò a vederla un dì” Quando sento “È l’ora che pia / la squilla fedel / le note c’invia / dell’Ave del ciel” mi viene subito da pensare, forse per assonanza, a “la diva del mare / l’Assunta del ciel”, che viene cantata in alcune chiese, fino a qualche tempo fa pure alla Madonna della Libera, sotto casa mia, nei pomeriggi assolati dal 15 luglio al 15 agosto, in preparazione della festa patronale. Il culto mariano, come è espresso nelle tammurriate, recepisce antiche tradizioni nelle quali s’intrecciano reminiscenze pagane e cristianesimo. Eppure sono espressione di fede vera, come quella che spinge tante persone ad arrampicarsi fin sopra l’Avvocata. O ai pellegrinaggi a Montevergine, alla Madonna dei Bagni, a quella dell’Arco, giusto per fare qualche esempio. Teniamo pure conto che in un tempo in cui il processo di scolarizzazione -interessava una percentuale minima della popolazione, e l’analfabetismo era molto diffuso, canti e preghiere in dialetto locale erano meglio recepiti e compresi dalla popolazione. La figura di Maria, madre di Gesù, i dogmi, i misteri e le solennità liturgiche a lei dedicate sono stati nel corso dei secoli oggetto privilegiato della contemplazione lirica dei poeti, da Dante a Petrarca, da Alda Merini a Mario Luzi, fino a Pasolini che pure non era credente. In oriente – leggo – non si può pregare senza Maria, la Theotókos (Madre di Dio) in relazione con l’opera salvifica del suo figliuolo. I canti alla Madonna, eseguiti in modo corale, perfino chiassoso, come la celebre tammurriata della festa dell’Avvocata, sono testimomianza – lo ripeto, e concludo – di una genuina, ruspante devozione popolare. In questo caso la fede diventa tensione mistica, anche pathos.

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