Vittima di Mps perse i risparmi Giudice: va risarcita

 Vico Equense Azioni farlocche vendute come un investimento finanziario a sei zeri. Il dramma di una piccola risparmiatrice di Vico Equense che, nel corso della sua vita, aveva messo da parte un discreto gruzzolo investito tutto in Freedomland, il prodotto del Monte Paschi di Siena finito nei primi anni 2000 al centro di una vera e propria guerra giudiziaria. Un “derivato” finanziario che si era rivelato un flop clamoroso, capace di far volatilizzare in poco tempo tutti gli investimenti. Così era accaduto anche alla piccola risparmiatrice vicana, F.S., che aveva accettato di investire una discreta cifra in quel prodotto. Ieri, dopo una causa civile, durata cinque anni, assistita dall’avvocato Massimo Trignano costituito in giudizio con la collega Giusy Cilento, la donna ha ottenuto una vittoria importante. Il giudice Silvia Pirone, del Tribunale di Torre Annunziata, ha accolto la tesi degli avvocati Trignano e Cilento, e condannato la banca alla restituzione della somma a suo tempo investita dalla cliente oltre a interessi e spese di Ctu.

I fatti

Nei primi anni 2000, F.S. decide di investire il suo risparmio, una cifra importante, fidandosi

di ciò che l’impiegata della filiale di VicoEquense del Monte Paschi di Siena le consiglia.L’acquisto, una sostanziosa operazione economica da svariate decine di migliaia di euro, si sofferma sulle azioni “freedomland”. E’ il prodotto più pubblicizzato

in quel periodo, quando la febbre del gioco in borsa e le spregiudicate operazioni delle banche, mettono a rischio i risparmi dei cittadini. «Dopo poche settimane le azioni crollarono vertiginosamente e il mio cliente perse tutto» racconta il legale della donna, l’avvocato Trignano. Che, nel 2013 avvia un giudizio nei confronti della banca: all’istituto di credito, che ha avuto e sta avendo ancora un percorso difficile di uscita dalla crisi, l’avvocato contestò «il fatto di non aver adeguatamente informato il risparmiatore sul rischio dell’investimento». Una vertenza lunga cinque anni nel corso dei quali non sono mancate le proposte di soluzioni transattive che, però, i legali dell’istituto di credito hanno sempre respinto con forza.

Freedomland

Il fenomeno dei titoli legati a internet, le famose dot.com, esplose tra il ’99 e il 2000 sulle borse di tutto il mondo. Ad un’azienda bastava che comunicasse di avere un business

tecnologico legato alla rete che in fase di Ipo si raccoglievano fondi incredibili. In Piazza Affari si trovavano quotate le Tiscali a prezzi di oltre 100mila lire (50 euro), le Finmatica, le Gandalf, le Freedomland, solo per citare alcune delle più famose. Le ultime 3 fallirono tutte entro pochi anni dall’esordio in Borsa, e i risparmiatori persero tutti i loro risparmi.

La decisione Ieri, finalmente, la sentenza del giudice civile: che di fatto ha riconosciuto«l’elevata rischiosità degli investimenti e la mancanza di adeguata informativa al cliente». Le consulenze tecniche, ma anche le deposizioni dell’impiegato del Monte Paschi che curò la pratica e della sportellista, hanno così convinto il giudice che la risparmiatrice non venne informata dei rischi che correva. Al punto di bruciare i risparmi di una vita in un investimento che credeva sicuro.

Vincenzo LAMBERTI , Metropolis 

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