Ravello e anche Amalfi, troppi matrimoni cafoni. Secondo Amalfitano “Difendiamo la nostra identità”

Il silenzio parla di bellezza ed eleganza. Ma da un pò di tempo a Ravello e in Costiera amalfitana sono i rumori di festeggiamenti cafoni a farla da padrone, matrimoni e non solo. Non è solo il parroco don Angelo Mansi, che ha perso il sonno, a riflettere giustamente, e doverosamente, su quale deve essere lo spirito di una città turistica, oltre che della convivenza. Ci sono tanti che si lamentano anche molto più duramente con Positanonews anche da Amalfi

Questa è la riflessione di Secondo Amalfitano , sindaco per più mandati e direttore di Villa Rufolo

È difficile riconoscersi e convivere in una società che non sa apprezzare e difendere i propri tesori. 
La Costa d’Amalfi ed in particolare RAVELLO vivono esclusivamente del bene più prezioso che hanno:la propria IDENTITÀ , intesa come somma di Paesaggio, usi, costumi, tradizioni, cultura. 
I matrimoni cafoni e caciari inquinano e distruggono la nostra identità, compromettendo il futuro dei nostri figli e lo stesso segmento del turismo matrimoniale che tanti soldi sta riversando su RAVELLO.
È da criminali consentire che le notti ravellesi, ma anche i giorni, vengono disturbati da orde di ubriaconi incolti e cafoni.
Uso parole forti in modo consapevole e meditato. Le rivolgo a tutti: a me stesso per non aver avuto il senso civico di redarguire i cafoni di turno da semplice cittadino; alle autorità preposte al controllo ed alla tutela del nostro patrimonio, a quanti facilitano ed agevolano questi attentati somministrando alcool e consentendo l’uso degli spazi loro assegnati in nome del maledetto dio denaro quotidiano, a danno dell’economia seria e longeva della nostra terra.
È ora di dire basta a simili barbarie.
Sarebbe opportuno che albergatori, ristoratori, baristi, B&B adottassero un semplice messaggio di benvenuto per tutti gli ospiti, ma in specie per questi, ricordando loro che i Foster, i Grimthorpe, i Reid, e il mondo in genere, è venuto a RAVELLO per godere della sua identità e silenzio, e non per ubriacarsi e starnazzare per le strade e le piazze.
A tutti i Ravellesi raccomando di intervenire direttamente verso chiunque attenta al nostro futuro, invitandolo con educazione ma in modo fermo a contenersi e, perché no, eventualmente a togliere il fastidio e ritornarsene dalle sue parti.
Da ultimo ma non per ultime, alle Autorità preposte rivolgo l’appello più vivo e accorato ad essere intransigenti e ad attivare ogni utile strategia per ridare al nostro Paese il vero e unico petrolio di cui disponiamo.

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