Conversano (BA). Monastero di San Benedetto. “La voce muta del tempo”, retrospettiva con opere di Alba Amoruso.

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    Articolo di Maurizio Vitiello – “La voce muta del tempo” con opere di Alba Amoruso, al Monastero di San Benedetto di Conversano (BA).

    La voce muta del tempo,
    mostra celebrativa di Alba Amoruso,
    si svolgerà presso il:
    Monastero di San Benedetto
    Via S. Benedetto, 70014 Conversano BA

    Tel info: +39 392 6058681
    Email: albaamoruso@gmail.com
    Web: www.albaamoruso.net

    Inaugurazione: Giovedì 3 agosto 2018 ore 19
    ESPOSIZIONE 3-11 agosto 2018
    Catalogo in Sede

    INGRESSO GRATUITO; ORARI: tutti i giorni: 9 -13; 16 -23.

    Direzione Organizzativa
    Maurizio Marrone

    Immagine Coordinata
    a cura di
    Stefano Ferracci

    La conferenza di presentazione alla stampa sarà partecipata da Enzo Quarto, giornalista RAI.

    Neoartgallery presenta:
    Alba Amoruso La voce muta del tempo
    A cura di Giorgio Bertozzi Ferdan Yusufi Alessandra Trapanà

    Con il contributo critico e storico di Maria Vinella.

    “È interessante come spendiamo tutti i giorni della vita a congedarci, dicendo e sentendoci dire a domani, e, fatalmente, uno di quei giorni, che per qualcuno sarà stato l’ultimo, o non ci sarà più colui a cui lo abbiamo detto, o non ci saremo più noi che lo abbiamo detto.“
    Jose Saramago

    Maria Vinella, tra l’altro, ha precisato, quanto segue:
    “Quella dell’artista Alba Amoruso è stata una ricca produzione artistica che ha attraversato numerose fasi espressive: dalla fase del naturalismo favolistico alla fase dell’astrattismo lirico, alla ricerca figurativa dai connotati simbolisti, sino all’ultimo decennio dedicato alle tematiche ambientaliste e alle visioni del degrado urbano contemporaneo. Tecniche privilegiate sono la tempera e l’olio, rielaborate in maniera personale tramite una stratificazione ottenuta per sottrazione della materia cromatica a mezzo di panni e spugne, raschi e strofinature. La resa visiva delle opere mostra una realtà soggettiva, dalle forme accennate e dal colore debordante, dove ogni cosa si sgretola lasciando affiorare ricordi e impressioni. Con filamenti e velature, colature e gocciolature i dipinti celebrano la luce. Luce che illumina le città infiammate, le architetture allagate, le ombre arse dell’energia vitale delle cose, le distorsioni spazio-temporali, le figurazioni alterate, i paesaggi sfocati. Quinte iconografiche distorte e scenografie artificiose riflettono una narrazione emotiva che lascia presagire le oscure allusioni a un futuro molesto”.

    Esposizione da vedere.

    Maurizio Vitiello

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