Vico Equense. Convocato il Consiglio comunale per martedì prossimo. Si parlerà anche della SS. Trinità e Paradiso e del Piano Alienazioni foto

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Vico Equense. Il Presidente del Consiglio comunale di Vico Equense, Massimo Trignano, ha convocato per martedì prossimo, 26 giugno 2018, una seduta di Assise presso la sala consiliare nel nuovo municipio.

L’inizio dei lavori è previsto alle ore 19,00. Sei i punti in discussione. All’ordine del giorno anche la vicenda dell’Istituto Santissima Trinità e Paradiso. Nella delibera, oggetto di dibattito, si ribadisce ancora una volta la volontà del Comune di Vico Equense di acquisire al proprio patrimonio indisponibile il Complesso seicentesco, in considerazione dell’esaurimento dei fini istituzionali e statutari.

Si sollecita, altresì, il Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, nelle more della definizione delle procedure di messa in liquidazione, e successivo trasferimento al patrimonio comunale del bene immobile.

Allegata alla delibera anche la relazione tecnica dello studio di fattibilità tecnico-artistico per il restauro e la valorizzazione del complesso monumentale commissionato ad Aldo Aveta, ordinario di restauro architettonico e direttore della scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio dell’Università di Napoli, Alessandro Castagnaro, professore di storia dell’architettura e Pierluigi Aveta, architetto, esperto nella redazione di business plann e analisi di scenario, consegnato il 18 novembre del 2016.

Lo studio di fattibilità fu commissionato il 13 maggio 2016 dal sindaco facente funzioni Benedetto Migliaccio. “Per il raggiungimento di questa finalità – spiegò l’ex sindaco Migliaccio – è necessario uno studio progettuale che definisca consistenze, criticità e potenzialità di detto complesso, anche per individuare non solo gli interventi indispensabili ai fini del restauro, anche strutturale, ma anche quelli di rifunzionalizzazione fondate sulla scelta di adeguate funzioni che non snaturino i caratteri storico-architettonici del monumento e che siano utili alla comunità vicana”.

La convenzione con il pool di esperti, prevedeva la redazione di uno studio progettuale per definire consistenze, criticità e potenzialità del complesso seicentesco, anche per individuare non solo gli interventi indispensabili ai fini del restauro, anche strutturale, ma anche quelli di rifunzionalizzazione fondate sulla scelta di adeguate funzioni che non snaturino i caratteri storico-architettonici del monumento e che siano utili alla comunità vicana.

Il complesso monumentale, che storicamente era un educandato femminile, è amministrato da un consiglio di amministrazione, composto dal presidente Vincenzo Esposito e da due consiglieri Matteo De Simone e Claudia Scaramellino, nominato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Il CdA è scaduto nel febbraio 2016 e ancora non è stato rinnovato.

“Sono anni – spiegò il presidente Vincenzo Esposito – che il Comune manifesta l’intenzione di acquisire il patrimonio immobiliare della Santissima Trinità senza mettere in atto le azioni necessarie che devono essere precedute da un decreto del Ministero dell’Istruzione che prende atto della cessione delle funzioni per cui l’Istituto ottenne con D.M. 1931 la proprietà dell’immobile e dal parere del Ministero EF (economia e finanze) sulla cessione al Comune. Io ho ottenuto un’ispezione del MIUR, che si è conclusa con l’accertamento della cessione di ogni attività d’istruzione e un’ispezione della Ragioneria dello Stato che si è conclusa col parere di affidare l’immobile al Comune con decreto interministeriale (EF e MIUR) o con legge. La strada legislativa è stata già percorsa ben cinque volte senza esito. Non resta che quella della decretazione che va provocata dal Comune con una sua proposta ben costruita ma anche immediata per renderla credibile. Il mio appello è finora caduto nel vuoto”.

Che le sorti della Santissima Trinità e Paradiso stiano particolarmente a cuore alla popolazione lo testimoniano due petizioni sottoscritte da migliaia di cittadini, numerosi dibattiti pubblici e istanze provenienti da associazioni e residenti preoccupati per il destino dello storico ente risalente al diciassettesimo secolo. È stata proprio la petizione cittadina del 2010, con oltre 3000 firme, il primo importante segnale che ha scosso gli animi, a seguito della quale gli amministratori locali hanno avviato l’iter per chiedere l’acquisizione del complesso al patrimonio comunale.

Si parlerà nel dibattito anche del piano comunale di alienazione e valorizzazione con gli immobili che il comune intende mettere in vendita come le ex scuole di Pietrapiano e le case popolari di via Sconduci.

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