Piano di Sorrento no ai vigili in bicicletta. Ma negli USA e ad Alessandria e Cagliari le usano. Il Comandante “Li renderebbe deboli”

Vigili in bicicletta “Li renderebbe deboli”, questo in sostanza la relazione del comandante di Piano di Sorrento . . Questa la novità  proposta da Salvatore Mare Movimento Cinque Stelle “Volevo relazionare ma hanno già deciso, è un mezzo veloce ed efficace, sopratutto ecologico e vicino ai cittadini.

Ma come è andata in altri comuni?

Non chiamateli vigili in bicicletta, ma bike patrol. Non per essere anglofoni a tutti i costi, ma perché il corrispettivo italiano ancora non esiste. Oddio, la bici come mezzo di locomozione i vigili urbani la usano da tempo immemorabile e di recente molte città li hanno anche dotati di mezzi elettrici o a pedalata assistita. Ma Alessandria vuole fare un passo in più: istituire pattuglie velo-montate che usino la due ruote non solo per spostarsi, bensì come strumento di pronto intervento. Dunque mountain bike speciali, dotate dei dispostivi acustici e visivi propri degli automezzi delle forze dell’ordine (sirene e lampeggianti), affidate ad agenti appositamente allenati e addestrati in: tecniche di inseguimento, utilizzo della bici come strumento di difesa, guida in condizioni estreme (terreni accidentati o aree affollate) e ovviamente riduzione al minimo delle conseguenze di una caduta.

COME IN USA

Pattuglie del genere sono la normalità in diverse località degli Stati Uniti ed è lì, in Mississippi, che l’anno scorso un agente della polizia municipale alessandrina, Mauro Di Gregorio, è stato per diverse settimane a seguire un corso ottenendo al termine il diploma di abilitazione. Al ritorno ha promosso l’idea e ora sta per debuttare con l’associazione Aipib (Accademia italiana pattuglie in bici) che si propone di sostenere con suggerimenti e formazione del personale le municipalità che volessero dotarsi dei bike patrol.

Ad Alessandria la giunta comunale ha approvato nei giorni scorsi le linee guida di questo nuovo servizio, che si avvia in maniera pionieristica visto che in Italia non esiste una normativa precisa in materia.

Esiste però il decreto sicurezza sui luoghi di lavoro che prevede adeguata formazione per i dipendenti di enti pubblici impegnati in particolari mansioni e il pattugliamento in bicicletta è sicuramente tra queste. Si prevede per ora una pattuglia di due agenti della Municipale «reclutati tramite selezione interna e l’acquisto di due o tre velocipedi con sirena, luci, luci stroboscopiche, attrezzatura per manutenzione, abbigliamento tecnico» (caschi, magliette traspiranti, pantaloncini estivi, eccetera).

Il vantaggio rispetto ai servizi con vetture e moto è che si resta più a contatto con quello che accade intorno, c’è maggior vicinanza alla popolazione e poi, soprattutto in centro città ma anche in giardini, parchi, aree verdi, le possibilità di spostamento si adattano meglio alla necessità di essere al contempo rapidi e poco «invasivi». Senza contare che i bike patrol sono in piena sintonia con Alessandria, oltre un secolo fa prima sede dell’Unione velocipedistica italiana e anche per questo di recente autoproclamatasi Città delle biciclette.

Ma a Piano non sono d’accordo.

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