Positano, coca per i festini da Castellammare: retata e arresti

Il vasto giro alimentava anche la movida in Penisola Sorrentina

Una vasta rete tra piazze di spaccio e corrieri che alimentavano con la propria droga, la movida sorrentina e i festini a Positano. Cinque piazze di spaccio, tre a Castellammare di Stabia, una a Santa Maria la Carità e a Torre Annunziata, erano i punti di provvigione di una miscela letale di coca con eroina, o crack all’occorrenza, chiamata “Speedball”. Con questo nome nell’operazione, i Carabinieri di Castellamare hanno arrestato 13 persone, spedendone 4 in carcere, 3 in divieto di dimora mentre altri indagati sono ancora a piede libero.

L’inchiesta fu aperta circa due anni fa dopo il rinvenimento di un uomo di Massa Lubrense, morto per overdose, in un’abitazione nel centro stabiese in cui c’era un tossicodipendente. Gli uomini dell’Arma sono venuti a scoprire l’intero impianto criminale che è stato sgominato con il blitz di ieri: l’indagine condotta dal maggiore Donato Pontassuglia, ha accertato circa 400 episodi e identificato 86 clienti. In manette sono finiti Raffaele Cherillo, 37enne che operava sia nel centro antico di Torre che a Capo Rivo (Castellammare), Vittorio Benito Ferrara, che utilizzava bar del centro stabiese come basi operative, Vittorio D’Auria, conterraneo di Ferrara detto o’ rumeno, che conduceva una doppia vita di operaio e pusher, rivendendo coca e marijuana all’Acqua della Madonna, ed infine il cinquantenne Amato La Mura, di Santa Maria La Carità.

Mentre a Castellammare si era creato un sistema in cui tutte le piazze servivano a seconda della disponibilità delle varie sostanze, Cherillo aveva instaurato un proprio business con una ricca e vasta clientela fino in Costiera, a cui bastava un sms o un messaggio in codice per fare l’acquisto: egli riforniva da Sorrento a Positano i festini di persone disponibili a spendere anche quattromila euro per la droga. Similmente a Ferrara, Cherillo ha coinvolto tutta la famiglia nell’affare, infatti è stata arrestata la suocera che costudiva la droga, Teresa Sicignano, e i corrieri che consegnavano la droga, Giuseppe De Pascale e Salvatore Artuso. Pare che Vittorio Ferrara rivendesse addirittura la droga della piazza di Capo Rivo, ma dopo la retata dei Carabinieri è stata messa la parola fine a questo impianto criminale.

 

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