Cava de Tirreni rinvio a giudizio per il medico che ha violentato paziente Nicola Sorrentino

CAVA DE’ TIRRENI. L’aveva ingannata fingendosi medico ed approfittando del suo stato di bisogno, per abusare di lei. E anche se per pochi secondi, c’era riuscito. Ora rischia il processo con l’accusa di violenza sessuale.
Dopo aver chiuso l’indagine, la procura di Nocera Inferiore ha chiesto il rinvio a giudizio per un infermiere in servizio all’ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. L’uomo ha 64 anni ed è di Pagani.
L’attività investigativa fu svolta dall’allora sostituto procuratore a Nocera Inferiore, Giuseppe Cacciapuoti. L’imputato risponde di violenza sessuale consistita in toccamenti e palpeggiamenti ripetuti nei riguardi della parte offesa. I fatti risalgono al 7 agosto del 2016. Quel giorno in ospedale giunse la paziente, una donna ultra trentenne, che lamentava una crisi respiratoria. Dopo un primo e rapido controllo, fu trasferita presso il reparto di medicina generale. Qui sarebbe intervenuto l’infermiere. La donna accusò un improvviso malore ed uscì dalla stanza, affacciandosi in corridoio, per chiedere aiuto. Fu in quel momento che si avvicinò l’infermiere, che raccolse subdolamente – gli viene contestato il comma 2 della violenza sessuale, ovvero l’aver tratto in inganno la persona offesa – la richiesta d’aiuto della paziente. Dopo essersi qualificato e presentato come medico, le disse che avrebbe dovuto visitarla, invitandola a seguire all’interno di una stanza vuota che si trovava sullo stesso piano. Una volta dentro, la fece distendere su di un lettino, cominciando a tastarle il fianco destro.
Quello che avvenne è poi confluito nella denuncia sporta in un secondo momento dalla donna, ripresa poi dalla procura nel capo d’imputazione formulato per l’imputato. La donna avvertiva un forte dolore proprio poco sotto la pancia, ma l’infermiere con le mani passò a palparle le gambe. La paziente era in pigiama. Indumento che l’uomo le tolse, insieme allo slip, per toccarla ripetutamente anche nelle parti intime. La donna raccontò quanto avvenuto ai familiari, con la contestuale denuncia ai carabinieri, che individuarono l’uomo per notificargli l’avviso di garanzia. La procura gli contesta l’aggravante di aver commesso il reato in violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio. L’organo inquirente ha ritenuto fondato il racconto e la denuncia della paziente, decidendo, una volta chiusa l’attività investigativa, di chiedere il rinvio a giudizio. Al gip spetterà l’ultima parola, che valuterà il materiale probatorio raccolto per fissare eventualmente un processo con l’accusa, per l’uomo, di violenza sessuale aggravata.

IL MATTINO

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