Vallo della Lucania. Ventenne accusato di violenza dall’amica: prosciolto dopo 2 anni. La madre: «Mio figlio trattato da mostro»

Salerno. Fu definito il mostro, il ragazzo dai modi gentili che improvvisamente si era trasformato nel carnefice approfittando della sorella, poco più che sedicenne, del suo migliore amico. A distanza di oltre un anno e mezzo dall’inizio della drammatica vicenda per A. M., ventenne di Vallo della Lucania, finisce l’incubo. Non ci fu violenza sessuale. Il sostituto procuratore Ivan Niglio, a seguito di incidente probatorio, ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale aperto dalla Procura della Repubblica di Vallo a carico del ragazzo, all’epoca dei fatti appena maggiorenne. Era il 6 luglio del 2016. La ragazza dopo aver trascorso la serata ad una festa di compleanno si presenta al pronto soccorso dell’ospedale San Luca raccontando di essere stata vittima di abusi sessuali. Una descrizione minuziosa e dettagliata della violenza appena subita da parte del ragazzo di soli due anni più grande di lei. A nulla, aveva raccontato la ragazza, erano valse le sue urla di dolore. L’amico del fratello, durante una festa di compleanno a cui erano stati entrambi invitati, le aveva strappato per sempre l’innocenza e la serenità di una sedicenne. Nulla di vero. La ricostruzione della ragazza, alla luce delle indagini svolte e dell’incidente probatorio chiesto dallo stesso sostituto procuratore Niglio, non ha convinto gli inquirenti. Nessun mostro, nessuna violenza sessuale. Per il giovane sono cadute tutte le accuse. Il ragazzo, oggi studente universitario, ha trascorso gli ultimi mesi nell’inferno. Massacrato dell’opinione pubblica. È stato il mostro che senza scrupoli aveva abusato dell’innocenza di una ragazzina. La gioia della famiglia arriva anche attraverso le parole dell’avvocato Angelo Segreto: «Siamo rimasti sereni fin dall’inizio del procedimento, abbiamo condiviso la scelta di procedere con incidente probatorio dal quale subito è emersa la verità su quella sera. Il malsano tentativo di distorcere la verità dei fatti non ha avuto seguito». La storia di violenza così come raccontata dalla ragazza e su cui si sono concentrate le indagini dei carabinieri di Vallo della Lucania agli ordini del capitano Mennato Malgieri si era consumata a pochi passi dal centro cittadino di Vallo della Lucania. La festa di compleanno era in corso in alcuni locali di proprietà di un assessore comunale nei pressi dello stadio Morra. Ad un certo punto della serata la ragazza si sarebbe allontana della festa per accompagnare delle amiche fuori, dovevano ritornare a casa. Il diciannovenne a quel punto avrebbe approfittato di quei pochi attimi in cui la ragazza era rimasta sola per violentarla. Subito dopo la sedicenne in lacrime si fece accompagnare al pronto soccorso dove fu raggiunta dai familiari e dalle assistenti sociali. A seguito del suo racconto per il ragazzo scattò la denuncia a piede libero. L’allora procuratore capo Giancarlo Grippo non dispose alcun fermo. Ma per il ragazzo e la sua famiglia fu l’inizio di un vero e proprio incubo. In poche ore la vicenda divenne di dominio pubblico. Ora il procedimento è stato archiviato. Comprensibile la gioia della famiglia: «Non auguriamo a nessun genitore di attraversare il tormento che abbiamo provato negli ultimi mesi – le parole dei genitori del ragazzo – vedere nostro figlio massacrato e giudicato dall’opinione pubblica come un mostro è stato un dolore che non si può descrivere. Ora dobbiamo andare avanti». Al loro fianco l’avvocato Segreto: «La cosa più difficile sarà riguadagnare la generale considerazione, gravemente minata dalle menzogne narrate della ragazzina». (Carmela Santi – Il Mattino)

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