Gaetano Miccichè è il nuovo presidente della Lega di Serie A.

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    Gaetano Miccichè è il nuovo presidente della Lega di Serie A. Il nuovo numero uno della Confindustria del pallone è stato accolto da applausi e strette di mano da parte dei presidenti dei club di Serie A al suo ingresso in sala. L’elezione, all’unanimità, è avvenuta nel corso dell’assemblea nella sede milanese di via Rosellini, alla quale hanno preso parte tutti i presidenti dei 20 club della massima serie. Succede a Maurizio Beretta.

    “Ho sempre considerato lo sport una componente fondamentale della mia vita. E per questo ringrazio Giovanni Malagò per avermi offerto questa opportunità”, ha detto Micciché, aprendo il suo discorso ai giornalisti subito dopo la sua elezione. Una opportunità, rivela, “del tutto inaspettata; venti giorni fa tutto avrei pensato di poter fare, ma nulla avrebbe potuto portarmi a pensare di diventare presidente della Lega calcio”.

    “Cosa posso fare per lo sport e per il calcio, che è lo sport più noto e di riferimento? Portare, insieme al cda – ha spiegato – che spero venga nominato il prima possibile e all’amministratore delegato, un contributo di serietà e capacità nel coinvolgere tutti gli attori sociali, dalla intera Lega agli azionisti, agli stakeholders e alla stampa, inclusi tifosi e sponsor per far sì che il mondo del calcio diventi sempre più una realtà dove perseguire gli interessi di tutti”.

    Da presidente della Lega Serie A di calcio, “punterò a obiettivi quantitativi e qualitativi”, ha sottolineato. Micciché ha riferito di aver detto ai presidenti che “l’obiettivo è di aumentare profitti e ricavi“, e, “insieme alla Figc e Coni, voglio trovare soluzioni migliori per valorizzare al meglio il calcio italiano”.

    Quanto agli obiettivi qualitativi, “so che ci sono grandissimi campioni e squadre all’estero, ma in Italia abbiamo grandi squadre grandi città come Napoli, Roma, Firenze, Milano; tutti posti dove il mondo ha interesse ad esserci per vedere anche chiese, musei e ristoranti”. Tutto questo, sottolinea, “gli altri campionati non sono in grado di fornirlo”. Ecco perché “sono convinto che ce la possiamo fare”. Anzi, “ce la possiamo giocare”.

    La scelta del nome di Miccichè, fortemente voluto da Giovanni Malagò, arriva dopo un periodo particolarmente complesso per la Lega, con il commissariamento seguito alla scadenza del mandato di Beretta. “Definire Micciché ‘banchiere’, per quanto corretto, è riduttivo – afferma Malagò -. E’ una persona assolutamente competente e vicina al nostro mondo”.

    “La nomina del presidente Micciché è stata seguita da un grande applauso da parte dei presidenti”, continua Malagò, sottolineando che “l’aver ottenuto l’unanimità la dice lunga sulla considerazione che il mondo del calcio ha nei suoi confronti”. Poi, parlando del suo incarico di commissario straordinario della Lega, Malagò dice: “L’auspicio è di concludere la mia attività da qui a due mesi”.

    CHI E’ MICCICHÈ – Palermitano, classe 1950, fratello di Gianfranco – già presidente dell’Assemblea regionale siciliana e più volte ministro – Miccichè è laureato in giurisprudenza. La sua carriera professionale è iniziata nel febbraio del 1971 presso la Cassa Centrale di Risparmio delle Province Siciliane raggiungendo la carica di Responsabile della Clientela Corporate.

    Dopo aver conseguito un master in business administration alla Bocconi di Milano nel 1984, nel 1989 è stato nominato direttore centrale Finanza di Rodriquez S.p.A., società leader mondiale nel settore della navigazione veloce.

    Nel novembre 1992 ha assunto la carica di direttore generale e successivamente quella di Liquidatore Delegato della Gerolimich-Unione Manifatture. Nel gennaio 1996 è stato nominato direttore generale di Santa Valeria S.p.A. Nell’ottobre 1997 è diventato amministratore delegato e direttore generale di Olcese S.p.A. Nel giugno 2002 è entrato in Banca Intesa.

    Membro del Consiglio di RCS S.p.A., dell’Associazione bancaria italiana (Abi) e del Comitato scientifico del Politecnico di Milano, il 31 maggio 2013 Miccichè è stato nominato Cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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